NAPOLI – «Ogni giorno scendiamo in strada dando voce alle persone, raccogliamo le loro problematiche e ce ne facciamo carico, lavoriamo settimane su settimane sole, acqua, vento, a volte per paghe irrisorie, senza mai lamentarci perché siamo, giornalisti, cameraman, specializzati, fotografi, reporter… Ma quando il tuo lavoro rischia di mandarti in ospedale non ci sto!!!». Il giornalista Raffaele De Lucia denuncia, così, l’aggressione subita stamane a via Ponte della Maddalena, a Napoli, nel corso di una manifestazione di protesta davanti alla sede dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Campania. De Lucia stava documentando, in particolare, di un manifestante che si era accasciato per una malore, quando è stato aggredito da un altro partecipante alla protesta.
«Sono stato malmenato e picchiato – racconta De Lucia chiedendo l’intervento dell’Ordine e del Sindacato dei giornalisti della Campania – da un manifestante che chiedeva a gran voce mensilità arretrate. Ero lì per lui, per perorare la sua causa, ma forse una bestia del genere merita di restare senza voce e inascoltato».
«Non possiamo rischiare l’ospedale per lavorare…», spiega il giornalista evidenziando che sul luogo dell’aggressione «c’erano carabinieri, polizia e agenti della Municipale ma nessuno ha mosso un dito!!! C’è bisogno di essere tutelati in strada e di una maggior sinergia con le forze dell’ordine o chi è preposto alla sicurezza!».
«Sostegno totale a Raffaele De Lucia per l’aggressione di questa mattina ed a tutti i giornalisti impegnati quotidianamente per raccontare la città» è stata espressa dal presidente dell’Ordine dei giornalisti della Campania, Ottavio Lucarelli, che ha rivolto alla Prefettura e alla Questura di Napoli «l’appello a proteggere i cronisti troppo spesso a rischio nelle nostre strade».
Solidarietà al giornalista anche dal Sindacato e dall’Unci Campania che, nell’offrire assistenza al collega, ricordano di aver «più volte chiesto che la tutela del diritto di cronaca sia garantita grazie anche a dei protocolli e a un codice di comportamento che possa garantire insieme la tutela dell’ordine e il diritto e dovere di documentare da parte dei giornalisti. Per questo chiediamo al questore di Napoli un incontro per discuterne». (giornalistitalia.it)