BEIT FURIK (Cisgiordania) – Un videoreporter italiano dell’agenzia France Presse, Andrea Bernardi, ed un altro collega, il palestinese Abbas Momani, hanno denunciato di essere stati aggrediti ieri da soldati israeliani a Beit Furik in Cisgiordania.
Le truppe israeliane, riferisce Bernadi, hanno sequestrato e distrutto il loro equipaggiamento, telecamere, macchine fotografiche e un cellulare, dopo che avevano ripreso le immagini del funerale di un palestinese ucciso da Tsahal.
Come appare in un video diffuso dall’agenzia locale un soldato si è avvicinato a Bernardi strappandogli la telecamera e distruggendola sbattendolo a terra con violenza per poi portarlo lontano da una barricata improvvisata dai palestinesi. Bernardi, quindi, ha raccontato di essere stato sbattuto a terra dai soldati e colpito al fianco con un’arma. È stato tenuto schiacciato sul terreno da un soldato israeliano – afferma – che lo teneva immobilizzato facendo pressione con un ginocchio sul petto sino a quando non è riuscito ad estrarre dalla tasca le sue credenziali da giornalista. Alla fine ha riportato lesioni alle costole e ad un occhio.
Al momento dell’aggressione, entrambi indossavano giubbotti anti proiettili con stampata, davanti e dietro, la scritta “Press”. L’incidente è stato filmato e diffuso online da altri colleghi dell’agenzia locale Palmedia.
L’agenzia France Presse ha protestato con le autorità israeliane che hanno annunciato l’adozione “misure disciplinari” contro i militari responsabili, ha spiegato il colonnello, Peter Lerner, portavoce di Tsahal. (Agi)
Andrea Bernardi: “Un’aggressione senza motivo”
BEIT FURIK (Cisgiordania) – “Un’aggressione senza motivo”. Così Andrea Bernardi, videofotografo italiano della Afp, ha raccontato i fatti di cui é stato vittima ieri, insieme ad un collega della sua stessa agenzia, da parte di alcuni soldati israeliani nel villaggio palestinese di Beit Furik nei pressi di Nablus in Cisgiordania. Gli avvenimenti, sotto inchiesta da parte dell’esercito, sono stati mostrati in un video postato in rete dall’agenzia palestinese Palmedia.
“Appena arrivati sul posto – ha detto Bernardi all’Ansa – non abbiamo avuto problemi. Gli uomini della Guardia di frontiera israeliana ci hanno fatto passare tranquillamente dopo che abbiamo mostrato i documenti. Distanti da noi in fondo ad una strada ci saranno stati 50 ragazzini palestinesi che avevano alzato una barricata per impedire il transito e lanciavano sassi. Tra noi e loro, un gruppo di soldati stava lanciando lacrimogeni”.
“Non appena ho alzato la telecamera che aveva avuto un problema, un soldato si è scagliato su di noi, ha dato un cazzotto alla telecamera buttandola per terra. Poi, non appena noi ce ne siamo andati, l’ha presa e l’ha scaraventata di nuovo al suolo”.
A quel punto, racconta Bernardi, i due si incamminano per tornare indietro. Fatti pochi passi, anche la jeep torna indietro li sorpassa e si ferma. “Un soldato – ha spiegato – appena arrivato a piedi comincia a prendere la memoria da dentro la macchina fotografica del mio collega. Un altro, lo stesso che aveva già rotto la videocamera, scende dalla jeep prende la macchina fotografica del fotografo e la spacca per terra”.
Sempre sulla stessa strada, mentre Bernardi tenta di recuperare la telecamera rotta, “un’altra macchina di soldati arriva, uno di questi scende di corsa e mi punta la pistola al viso e mi buttano per terra e mi immobilizzano”.
“Solo quando ho gridato che ero un giornalista il soldato – ha spiegato – ha tolto la pistola e mi ha lasciato andare insieme al mio collega non prima di aver sequestrato tutto compreso il cellulare di servizio”. Secondo Bernardi, il portavoce militare ha detto all’Afp che “i soldati hanno violato le regole e saranno puniti”. (Ansa)