Figec Cisal e Unirai al fianco delle croniste minacciate dal sedicente santone del Salento

Aggredite le giornaliste Di Palma e Pizzolante

Barbara Di Palma e Francesca Pizzolante

MIGGIANO (Lecce) – Le giornaliste Barbara Di Palma (La vita in diretta di Rai 1) e Francesca Pizzolante (Pomeriggio 5) sono state aggredite dal sedicente “santone del Salento”, Kadir Bouasrya40 anni, accusato di essere a capo di una presunta setta a Miggiano, nel leccese, dai genitori di alcuni suoi adepti che l’hanno denunciato per violenza privata.

Kadir Bouasrya si scaglia contro le due giornaliste

Il “santone” ha reagito pesantemente, strappando il microfono di mano alla Di Palma e minacciando di morte “chi continuerà a perseguitarmi” le due giornaliste che gli avevano chiesto il motivo per il quale non consente ai medici di visitare due suoi seguaci che sarebbero affetti da anemia per seguire a causa dei lunghi digiuni che avrebbe loro imposto per la “purificazione dell’anima”.
«Non ci stancheremo mai di dire che fare le domande è un dovere dei giornalisti», denuncia Unirai Figec Cisal sottolineando che «ancora una volta c’è qualcuno che, usando la violenza, pensa di poter intimidire la stampa».
«Questa volta – evidenzia Unirai esprimendo solidarietà alle colleghe – è accaduto alla collega di Rai Uno Barbara Di Palma de “La vita in diretta”, alla quale un sedicente santone di Miggiano (Lecce) ha strappato il microfono e usato violenza verbale verso lei, la sua troupe ed un’altra collega, mentre provavano a chiedergli conto delle “pratiche” che l’uomo esercita in un’abitazione del paese salentino e per le quali c’è l’attenzione della magistratura».

Kadir Bouasrya tira due pugni contro i microfoni delle due giornaliste facendo volare a terra quello di Barbara Di Palma

Solidarietà a Barbara Di Palma e Francesca Pizzolente viene espressa anche dalla Figec Cisal, che invita forze dell’ordine e magistratura a «fare immediatamente luce sulla vicenda che, al di là della rabbiosa reazione contro le due giornaliste, “colpevoli” di fare il loro lavoro di croniste, hanno assolto al dovere cui è chiamato ogni cittadino seriamente preoccupato dai gravi rischi di salute che corre chi finisce nelle grinfie di sedicenti santoni». (giornalistitalia.it)

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