ROMA – “Duecento giorni di lavoro non retribuiti. La situazione di Area/Audio news è a un punto di non ritorno. La vertenza non trova sbocchi per indisponibilità dell’azienda a percorrere tutte le soluzioni, inclusi gli ammortizzatori sociali e per le indecisioni del governo sui finanziamenti pubblici alla piccola editoria e sugli sgravi fiscali da applicare al settore”.
Lo denuncia l’Associazione stampa romana, che dà la propria solidarietà alla redazione di Area Audionews e invita la categoria dei giornalisti a partecipare domani alle 10 al sit in organizzato dai colleghi di Area Audionews in piazza del Gesù.
“Una presenza non rituale perchè la soluzione della loro vertenza impegna tutti noi su due fronti – scrive l’Asr –: riaffermare il principio degno di una nazione civile che il lavoro va retribuito altrimenti è sfruttamento. Ricordare al governo che l’editoria e l’informazione sono la spina dorsale di un paese come l’Italia”.
Solidarietà arriva anche dai Cdr de la Repubblica e del Messaggero e dal Sindacato cronisti romani. Il cdr di Repubblica sottolinea che i colleghi della redazione dell’agenzia Area, dipendenti di Area Ag. s.c.p.a. e dipendenti di Audionews Regioni s.r.l, “da ieri e fino al prossimo 7 giugno tornano a scioperare di fronte all’inadempienza del proprio editore che da sette mesi non li retribuisce. Una situazione insostenibile di fronte alla quale i colleghi di Area non hanno sin qui trovato né Agenzia Area risposte da parte dell’editore, nè interlocutori”.
E il cdr del Messaggero annuncia che domani mattina parteciperà al sit-in della redazione dell’agenzia Area, che si terrà davanti alla sede in piazza del Gesù dalle 10 alle 14 del mattino.
“Il Messaggero esprimerà anche in quell’occasione – dice il cdr – la solidarietà che lo lega a una voce libera e importante dell’informazione, dove i redattori sono costretti a scioperare una settimana intera in risposta al mancato pagamento di sette mesi di stipendio. L’informazione ha bisogno di Area”. (Agi)
Sit in dei giornalisti domani a Roma per denunciare “una situazione insostenibile”