ROMA – “È opportuno stabilire regole che disciplinino la partecipazione politica anche online e che consentano di constatarne rapidamente la correttezza. Agcom sta lavorando in questo senso”. Lo ha detto il Commissario dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, Antonio Martusciello, intervenendo al dibattito su “Comunicazione politica e piattaforme online” nell’ambito del Seminario congiunto promosso a Roma da Agcom ed Eurovisioni su “Le riforme dell’audiovisivo in Europa: quali conseguenze per l’industria dei media”.
“Nel mondo iperconnesso della comunicazione 4.0, in cui i giornalisti sostituiscono penna e calamaio con tastiera e cellulare, anche il discorso politico è soggetto a un epocale cambiamento, contraendosi in cinguettii di 140 caratteri o nei post di Facebook”, ha ricordato Martusciello. “La conseguenza – ha aggiunto – da un lato è il diffondersi della democrazia partecipativa, dall’altro la creazione di una sorta di campagna elettorale permanente, talvolta frutto di tecniche manipolative e propagandistiche come avvenuto nei recenti appuntamenti elettorali”.
“Una circostanza preoccupante se consideriamo che, con specifico riferimento al ranking dei mezzi che vengono utilizzati per informarsi sui temi della politica, Internet è risultata il secondo mezzo (dopo la tv) per formare le scelte politico-elettorali, privilegiata da ben il 34% degli aventi diritto al voto”, ha ricordato il Commissario. “Certo la Rete consente sicuramente una positiva interazione personale tra cittadino e politico – ha proseguito – ma non possiamo negare alcune difficoltà”.
Richiamando i dati del Digital Economy and Society Index 2018, Martusciello ha messo in guardia sui pericoli di una possibile esclusione da forme di partecipazione democratica online, affermando che “una rilevante fetta della popolazione non utilizza i servizi Internet e ha scarse competenze digitali”.
Passando poi agli aspetti più propriamente economici, Martusciello ha rilevato come il ‘Platform Capitalism’, fondato essenzialmente sull’estrazione, l’aggregazione e l’analisi di dati, se può rendere le piattaforme in grado di indirizzare il cittadino verso un ‘prodotto’ (anche politico) con un grado di analisi più dettagliato, potrebbe anche giungere a rilevare la propensione dell’individuo a un’ideologia o un comportamento.
“In assenza di quella che potremmo definire una telematica trasparente, l’uso ambiguo delle tecnologie può produrre forme di partecipazione molto fragili”, ha sottolineato Martusciello, precisando però come non sia il mezzo in sé, ma il modo con cui viene utilizzato a rendere questo utile o dannoso. Dinanzi a questi eventi il rischio che si palesa “è quello di dar forma alla ‘democrazia dei creduloni’”. Per questo motivo occorrono interventi legislativi nazionali e sovranazionali adeguati. (giornalistitalia.it)