Rsf e Ifj chiedono agli Usa di evacuarli, mentre le donne vengono sospese dal servizio

Afghanistan, allarme rosso per i giornalisti

ROMA – Allarme rosso per i giornalisti e, soprattutto, per le giornaliste, in Afghanistan. Reporter senza frontiere chiede al presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, un piano speciale per l’evacuazione dei giornalisti afgani, mentre Ifj e Aija denunciano il precipitare della situazione, nonostante le rassicurazioni fatte, nei giorni scorsi, dal portavoce dei talebani.

Christophe Deloire

«Stiamo ricevendo – affermato Christophe Deloire, segretario generale di Rsf – decine e decine di richieste urgenti di evacuazione. Il nostro problema oggi non è ottenere visti o posti sui voli, è far sì che queste persone abbiano accesso agli aerei».
Reporter senza frontiere sostiene l’istituzione di strutture di accesso e identificazione per giornalisti e difensori dei diritti umani presenti nelle liste di diversi paesi e organizzazioni, nonché
un corridoio umanitario e un perimetro speciale.
Rsf chiede, inoltre, un rinvio della fine dell’operazione militare americana in Afghanistan oltre la data attualmente prevista.
Christophe Deloire denuncia che «entro il 31 agosto, le evacuazioni delle persone in grave pericolo, come i giornalisti afgani, non potranno essere materialmente completate. È in gioco l’immagine degli Stati Uniti nella difesa della libertà di stampa e dei diritti umani».
Dal canto suo, la Federazione internazionale dei giornalisti (Ifj) ha ricevuto centinaia di richieste di aiuto da professionisti dell’informazione afgani, per lo più donne, che ora vivono «nel panico e nella paura».
Ifj esorta la comunità globale ad accelerare tutte le operazioni di evacuazione e salvataggio degli operatori dei media in Afghanistan, che sono in “grave pericolo” a seguito dell’acquisizione dei talebani. Ciò avviene dopo che i ribelli talebani hanno fatto irruzione nelle residenze di almeno tre dipendenti dell’emittente pubblica tedesca Deutsche Welle (DW) e di un giornalista e interprete freelance pochi giorni fa. Sono state sequestrate almeno le abitazioni di tre dipendenti dell’emittente pubblica tedesca Deutsche Welle, tra cui due che da anni riportano dall’Afghanistan e sono ben noti nel paese. DW ha, infatti, denunciato che «molti dipendenti stanno vivendo in grave pericolo».
I talebani hanno violato anche la residenza di un giornalista e interprete freelance che aveva lavorato con il giornalista freelance statunitense Wesley Morgan all’inizio della settimana.
Secondo l’Afghanistan Independent Journalists Association (Aija), il cameraman di Ariana Tv Mahmoud Naimi e il cameraman di Pajhwok News Babrak Amirzadeh sono stati picchiati da militanti talebani a Jalalabad, nella provincia di Nangarhar, il 18 agosto mentre riferivano di una protesta contro la presa del potere da parte dei talebani in Afghanistan.
Sempre l’Aia denuncia che un giornalista televisivo di Khurshid, Ahmad Navid Kavosh, è stato picchiato all’aeroporto di Hamid Karzai mentre cercava di intervistare un talebano.
Giornaliste e attiviste, nonché giornalisti della minoranza etnica hazara, sono profondamente preoccupati per la condizione delle donne che lavorano nelle istituzioni dei media del paese.Si susseguono, infatti, le segnalazioni di giornaliste della televisione di Stato sospese dal servizio a tempo indeterminato. (giornalistitalia.it)

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