Rossignoli: “La radiofonia sconta un grave ritardo nell’evoluzione tecnologica...”

Aeranti Corallo: “Il Governo spegne le Tv locali”

Marco Rossignoli, presidente di Aeranti-Corallo

Marco Rossignoli, presidente di Aeranti-Corallo

ROMA – Il profondo dissenso di Aeranti-Corallo sui provvedimenti legislativi e regolamentari recentemente assunti per il comparto televisivo, è stato espresso dal presidente Marco Rossignoli nella relazione annuale sullo stato dell’emittenza locale.
“È inaccettabile – ha denunciato Rossignoli – l’esclusione dalla pianificazione di 76 frequenze regionali, con conseguente chiusura di 144 operatori di rete televisivi locali che danno occupazione a oltre duemila lavoratori e che corrispondono a circa un terzo degli operatori di rete locali esistenti e a circa il cinquanta per cento di quelli operanti nelle regioni che si affacciano sulla costa adriatica”.
“È inaccettabile – ha spiegato il presidente dell’associazione che ha stipulato con la Fnsi il contratto giornalistico per l’emittenza radiotelevisiva locale, satellitare e via internet – perché tali 144 emittenti operano in virtù di diritti d’uso delle frequenze rilasciati, per la durata di vent’anni, dal Ministero dello Sviluppo economico a seguito di gare svoltesi negli anni 2011-2012, nelle quali dette emittenti sono risultate utilmente collocate nelle rispettive graduatorie”.
“È, inoltre, inaccettabile – ha aggiunto Rossignoli – perché la problematica della compatibilizzazione radioelettrica con i paesi esteri confinanti è stata posta esclusivamente a carico delle tv locali in piena violazione delle norme che prevedono che almeno un terzo delle frequenze competa alle stesse tv locali”.
Per il presidente di Aeranti-Corallo, insomma, “è inaccettabile la scelta di relegare l’emittenza televisiva locale a svolgere l’attività di fornitore di servizi di media audiovisivi senza che, allo stesso tempo, siano attive reti tecnicamente idonee a veicolare i contenuti nei diversi ambiti territoriali nei quali le tv locali operano”.
“La previsione di graduatorie per accedere alla capacità trasmissiva degli operatori di rete e per ottenere l’attribuzione di nuove numerazioni lcn, con validità di solo tre anni e basate su criteri in alcuni casi inidonei, come, ad esempio, quello degli indici di ascolto, conferma – spiega Rossignoli – l’inadeguatezza del progetto definito con la legge di stabilità 2015. È evidente, infatti, che rimettere in discussione ogni tre anni le assegnazioni della capacità trasmissiva e le attribuzioni delle numerazioni lcn renda insostenibile ogni impegno e investimento nell’emittenza locale”.
Aeranti-Corallo ritiene, quindi, che “la legge di stabilità 2015 debba essere modificata sopprimendo la previsione dell’utilizzo di tali graduatorie ai fini di un nuovo piano di attribuzione delle numerazioni dell’ordinamento automatico dei canali della tv digitale terrestre”. Ciò perché – sostiene Rossignoli – è evidente che, dopo cinque anni di utilizzo delle attuali numerazioni, ogni eventuale variazione sarebbe estremamente penalizzante per tutte le tv locali. In caso di modifica delle numerazioni le trasmissioni di ogni tv locale non sarebbero, infatti, più ricevibili fino alla risintonizzazione dei televisori e dei decoder ubicati nell’area di operatività della tv stessa”.
Sul tema della radiofonia, Marco Rossignoli, punta l’indice sul grave ritardo nella evoluzione tecnologica. “L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni – ha detto Rossignoli – ha, recentemente esteso alle regioni Umbria e Valle D’Aosta, nonché alle province di Torino e di Cuneo, il progetto pilota avviato, negli scorsi anni, nelle province di Trento e di Bolzano, per le trasmissioni radiofoniche digitali terrestri. È evidente, però, che l’avvio delle trasmissioni radiofoniche digitali in altre aree del Paese sarà possibile solo in presenza di una quantità di risorse frequenziali e di una pianificazione che permettano ad ogni soggetto interessato, locale e nazionale, avente titolo, di poter effettivamente accedere alla nuova tecnologia trasmissiva a parità di condizioni con tutti gli operatori”.
Rossignoli ha affermato, quindi, che “al fine dello sviluppo della nuova tecnologia è, quindi, indispensabile acquisire ulteriori risorse come il canale 13, attualmente attribuito ad altri servizi dal Piano di ripartizione delle frequenze”.
La disponibilità del canale 13, cui corrispondono sei blocchi di frequenze, è, a parere di Aeranti-Corallo, “pregiudiziale alla definizione della pianificazione su base nazionale e all’avvio del digitale sull’intero territorio del nostro Paese”.
Sul tema degli ascolti radiofonici, considerato che proseguono i lavori del tavolo tecnico istituito dall’Agcom, la stessa Autorità “dovrebbe rendere disponibile, a breve, un primo schema di linee guida per l’individuazione di una organizzazione sistematica della rilevazione degli indici dell’ascolto radiofonico che garantisca la correttezza, la trasparenza, l’equità e l’indipendenza della ricerca”.
“In tale sede – ha sottolineato Rossignoli – Aeranti-Corallo ha evidenziato l’esigenza di una governance impostata in modo tale che ogni decisione circa la metodologia dell’indagine e i relativi costi debba essere necessariamente assunta con la condivisione di tutte le componenti del comparto (emittenza locale e emittenza nazionale).
Non bisogna dimenticare, infatti – conclude Rossignoli – che la radiofonia locale ha oltre 21 milioni di ascolti lordi nel giorno medio (dati Radiomonitor anno 2014) e che in alcune regioni vi è una radio locale che ha più ascolti di ogni radio nazionale”. (giornalistitalia.it)

 

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