ROMA – L’Assemblea dei giornalisti dell’Adnkronos a larghissima maggioranza (un solo voto contrario e due astenuti) ha proclamato lo stato di agitazione e assegnato al Comitato di redazione un pacchetto di 7 giornate di sciopero. La decisione, spiegano i giornalisti, si è resa necessaria “per rispondere all’azione unilaterale intrapresa dai vertici aziendali il 30 dicembre, con la quale si è interrotta senza motivo la trattativa sindacale in corso con il Cdr e imposto una nuova, impraticabile organizzazione del lavoro e un nuovo regime retributivo per le giornate domenicali, ipotizzandolo anche per le giornate festive, con una inaccettabile forzatura delle norme contrattuali”.
“Nel suo gesto di imposizione unilaterale – denuncia l’assemblea dei giornalisti – l’Azienda ha dimenticato di informare articolazioni importanti dell’Agenzia, quale ad esempio la Redazione di Milano, che si è venuta a trovare nella paradossale situazione di essere lasciata all’oscuro di quanto previsto dal nuovo ordine di servizio”.
Nell’assemblea di ieri, i giornalisti dell’Adnkronos hanno deciso di applicare lo sciopero delle firme e di attenersi ad una scrupolosa osservanza del Contratto nazionale di lavoro giornalistico, con particolare riferimento ad orari, lavoro domenicale e festivo, straordinari, mansioni e indennità.
L’Assemblea ed il Cdr dell’Adnkronos, inoltre, “condannano il comportamento aziendale e si preparano ad agire attraverso tutte le forme possibili e le sedi competenti per contrastare le violazioni delle norme contrattuali e delle prerogative sindacali del Comitato di redazione”.
“Nel corso di un serrato confronto svoltosi nelle ultime due settimane, l’Azienda – spiegano i giornalisti – ha tentato di forzare la mano al Cdr cercando di indurlo a firmare un accordo aziendale che avrebbe travalicato i confini del contratto nazionale e sottratto pezzi significativi di retribuzione dalle buste paga dei colleghi in merito al lavoro festivo, domenicale, alle indennità dovute per specifiche mansioni. Inoltre, si preconizzava una inaccettabile forma di controllo della prestazione giornalistica, fuori da ogni confine contrattuale. Il tutto, mentre è in corso un delicato confronto tra Fnsi e Fieg per il rinnovo del Cnlg”.
Assemblea e Cdr sostengono che “il tentativo dell’Azienda era e rimane quello di comprimere ulteriormente il costo del lavoro, senza fornire però alcuna giustificazione in termini di bilanci e senza alcuna assicurazione che gli eventuali risparmi verrebbero investiti in nuovi prodotti e iniziative editoriali. Questo, mentre la Redazione è come sempre chiamata ad assicurare alti standard di qualità del prodotto giornalistico, anche nell’ambito della Convenzione con la Presidenza del Consiglio dei Ministri.
L’Azienda – aggiungono Assemblea e Cdr – risponde, invece, alla sfida della qualità del lavoro con un ulteriore impoverimento degli organici per le giornate festive e domenicali e un’ulteriore compressione delle retribuzioni”.
Su invito dell’Assemblea il Cdr, che già nei giorni scorsi aveva espresso la disponibilità ad un nuovo incontro con i vertici aziendali, chiede un incontro con l’editore del Gruppo Adnkronos, il Cavaliere del Lavoro Giuseppe Marra, per invitarlo a “correggere la linea aziendale e a ripristinare un corretto confronto con la Redazione ed i suoi rappresentanti sindacali”.
L’Assemblea sollecita, inoltre, il direttore responsabile Alessia Lautone, “a fronte della palese insostenibilità della nuova e rigida organizzazione del lavoro che mortifica professionalità misconoscendo le competenze dei singoli professionisti e pone i servizi in oggettive difficoltà rispetto allo specifico del lavoro giornalistico, ad assumersi attraverso uno specifico ordine di servizio le sue responsabilità in merito ad una organizzazione del lavoro che sia adeguata agli standard di un’Agenzia di informazione nazionale”. (giornalistitalia.it)