MILANO – Lavorando all’Ufficio centrale de La Gazzetta dello Sport ho l’obbligo professionale di controllare di continuo le agenzie e tutte le altre fonti di informazione, ma è anche un piacere stare sempre sulla notizia. Qui in redazione a Milano, ora, questi due lanci dell’Ansa di domenica sera sono un colpo al cuore. È morta Paola Rubbi. Giornalista all’Avvenire d’Italia (poi Avvenire) e quindi alla Rai, per anni volto e conduttrice – dalla sua nascita nel ’79 – del Tgr dell’Emilia-Romagna. Poi, immediatamente, le tante telefonate dei colleghi che conoscono il mio legame con lei.
Paola aveva 83 anni. Per me è stata soprattutto una collega amica e un’insegnante severa e amorevole nel collegio dei sindaci della Casagit, la Cassa sanitaria dei giornalisti italiani, dal 2005 al 2009. Con Alberto Pizzorni, Manuela Cadringher e Franco Chieco. Abbiamo formato una squadra affiata. Mi ha voluto un gran bene, era innamorata dei miei figli, mi faceva spesso domande a trabocchetto, felice di mettermi alla prova, in materia legale, la mia passione di sempre, lei che era avvocato “ma sono soprattutto giornalista”.
Sorriso sempre birichino, battuta pronta, conosceva un’infinità di colleghi e persone, anche per il suo costante impegno nella Federazione Nazionale della Stampa e nell’Associazione della Stampa dell’Emilia Romagna (Aser), oltre che nella Casagit. E mai che l’abbia sentita dire qualcosa di poco simpatico verso alcuno, anche nei momenti di confidenza.
Ecco, penso che questo della professionista preparata e della persona seria e allegra sia il ricordo migliore che possiamo avere di lei. Se n’è andata proprio alla vigilia dell’assemblea nazionale della Casagit di martedì e finché ha avuto incarichi non ha mancato un colpo a Roma in via Marocco. Poi nel 2013 ha detto: “Basta, largo a voi ragazzi miei”, col suo tipico accento bolognese. Lei, che è sempre stata ragazzina, ha accettato di guidare la commissione elettorale; poi “Ciao ciao e buon lavoro”. Giusto impegnarsi bene, sempre più a fondo, tutti quanti, per onorare colleghi come Paola. E mi piace sapere che in tanti la pensano come me e così la ricorderemo martedì in Casagit.
Paola Rubbi aveva esercitato la professione di avvocato e aveva anche insegnato diritto in un istituto per ragionieri prima di dedicarsi al giornalismo, cui ha riservato gran parte della sua vita.
Nata a Bologna il 21 settembre 1933, Paola Emilia Rubbi era giornalista professionista iscritta all’Ordine dell’Emilia Romagna dal 2 novembre 1967. È stata tra l’altro presidente dell’Associazione stampa dell’Emilia-Romagna (Aser), componente della Giunta esecutiva Fnsi e del collegio dei probiviri, componente del Cda e del Collegio dei sindaci della Casagit. È stata inoltre autrice, o coautrice (spesso con Oriano Tassinari Clo’), di libri e pubblicazioni su Bologna, la sua storia e il suo territorio.
“Con la scomparsa di Paola Rubbi – ha dichiarato il ministro dell’ambiente, Gian Luca Galletti – viene meno una voce storica del giornalismo emiliano-romagnolo. La sua carriera, vissuta intensamente nelle testate di informazione così come negli organismi professionali, ha sempre messo in evidenza un grande amore per il lavoro e un legame autentico con il territorio appenninico. Ai suoi familiari i miei più sinceri sentimenti di cordoglio”.
“Con Paola Rubbi scompare una giornalista che si è impegnata molto, con passione, sia nel sindacato, sia negli altri enti della categoria, avendo come unica finalità l’interesse dei colleghi, soprattutto quelli più deboli”, è il pensiero commosso del segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso:
Infine, il ricordo del presidente della Casagit, Daniele Cerrato: “Ciao Paola, donna, giornalista, amica di ognuno di noi. La tua forza, la tua simpatia: un esempio di come sono fatte le persone per bene”. (giornalistitalia.it)
Antonello Capone