ROMA – Addio al giornalista e storico Nicola Caracciolo, ambientalista sempre in prima linea e autore di programmi per la Rai di alta divulgazione sulla seconda guerra mondiale, la Shoah e la Repubblica di Salò. Aveva 88 anni.
L’annuncio della scomparsa è stato dato da Italia Nostra, di cui era presidente onorario. È morto la scorsa notte nella clinica Villa Margherita di Roma, dove era ricoverato da circa una settimana, dopo che le sue condizioni si erano aggravate.
La famiglia, appena sarà possibile, poterà le ceneri del nobiluomo nella sua Garavicchio, nel comune di Capalbio (Grosseto). Da pioniere dell’ambientalismo, si era speso in particolare per la conservazione del paesaggio naturale e contro la realizzazione dell’autostrada Tirrenica in Maremma, dove era di casa, tanto da essere chiamato dalla gente “il principe di Capalbio”.
Nella cittadina aveva guidato il premio letterario e la sezione Maremma Tuscia di Italia Nostra. Il suo impegno in Maremma era iniziato negli anni ’70 contro il nucleare e la costruzione della centrale di Montalto di Castro. Sosteneva che le “grandi opere” fossero “l’origine della corruzione del nostro Paese”.
Era nato a Firenze il 19 maggio 1931. Apparteneva alla famiglia dei principi di Castagneto: era il terzo figlio di Filippo Caracciolo e di Margaret Clarke. Suo fratello è stato Carlo Caracciolo, fondatore del gruppo editoriale “L’Espresso” e poi del quotidiano “la Repubblica” con Eugenio Scalfari, e sua sorella Marella Caracciolo, moglie dell’Avvocato Gianni Agnelli, presidente della Fiat. Alla morte della sorella, il 23 febbraio 2019, aveva dichiarato: “Spero che in altri luoghi il nostro rapporto possa rimanere vivo”.
Nicola Caracciolo era giornalista di professione ed è stato corrispondente da Washington per “La Stampa”. La sua passione è sempre stata la storia, fin da giovane, ed e stato autore attento alla divulgazione, curatore antesignano di dossier di storia contemporanea (memorabile l’intervista all’ultima ex regina d’Italia, Maria Josè, che mai in precedenza aveva rotto il suo silenzio).
Tra gli anni Ottanta e Novanta Caracciolo aveva firmato importanti inchieste televisive per la Rai: “Hitler e Mussolini: Gli anni degli incontri” (1998), “Galeazzo Ciano una tragedia fascista” (1997), “Succede un quarantotto” (1993), “I 600 giorni di Salò” (1991). Aveva scritto anche la sceneggiatura del film “La fuga degli innocenti” (2004) di Leone Pompucci, basato su una storia di bambini ebrei italiani sfuggiti alla persecuzione nazista e rifugiati in Palestina.
Per la Rai curò anche la serie “Il coraggio e la pietà”, realizzata con la consulenza dello storico Renzo De Felice, suo grande amico, che, con interviste ai testimoni e ai sopravvissuti, tra cui il rabbino capo di Roma Elio Toaff, la storia degli ebrei italiani dopo la promulgazione delle leggi razziali del 1938. Allo stesso argomento aveva dedicato il libro “Gli ebrei e l’Italia durante la guerra 1940-45” (Bonacci, 1986). Tra i suoi libri “Tutti gli uomini del Duce” (Mondadori, 1982).
Nicola Caracciolo lascia la moglie Rossella Sleiter, che ha lavorato per molti anni come giornalista a “la Repubblica” e ancora oggi cura sul “Venerdì” la rubrica “Natura”, e i figli Marella (moglie dell’artista Sandro Chia) e Filippo. (adnkronos)