NEW YORK (Usa) – Lutto nel mondo del design: Massimo Vignelli, il milanese che trasformò la sua visione modernista della grafica in copertine di libri, mobili, logo di imprese e nella controversa e celebre mappa della Metropolitana di New York che negli anni Settanta confuse i pendolari ma incantò i critici, è morto nella sua casa di Manhattan. Aveva 83 anni ed era malato da tempo. Ammiratore di Mies van der Rohe e Le Corbusier, Vignelli si era trasferito dall’Italia a New York a metà anni Sessanta.
“Forse più di chiunque altro merita credito per aver introdotto il punto di vista del Modernismo europeo nel graphic design americano”, ha commentato il socio Michael Beirut che ha confermato la morte.
Sempre affiancato dalla moglie Lella, Vignelli ha avuto una lunghissima carriera. Le sue opere sono nei più grandi musei del mondo, dal Metropolitan e il MoMA di New York, ai musei di Montreal, Gerusalemme, Monaco di Baviera e Amburgo.
Tra i suoi clienti, American Airlines, Ford, IBM, Xerox and Gillette. La chiesa luterana di St.Peter a Midtown Manhattan gli aveva commissionato le panche. Ma anche chi ha fatto spese da Bloomingdale, Saks Fifth Avenue e Barneys si è portato a casa un qualcosa di Vignelli che ne aveva disegnato le shopping bag negli anni Settanta.
Il motto di Vignelli era “design is one” con l’obiettivo di arrivare, nella scelta della tipografia e dei colori e nella composizione degli elementi grafici, a una messa in pagina priva di elementi superflui. Oltre a disegnare la mappa della metropolitana di Washington il designer italiano ne aveva suggerito il nome: la Metro.
Era andata meno bene con la Subway di New York: coi suoi “spaghetti” colorati, la mappa restò in uso solo sette anni, fino al 1979, quando fu abbandonata per l’eccessiva stilizzazione e le incongruenze tra le sue stazioni e le fermate nella realtà.
Gli amanti del design erano comunque andati a nozze: giudicarono la mappa – che Vignelli preferiva chiamare un diagramma – un geniale lavoro di semplificazione della bellezza delle linee e le regalarono un posto nella collezione di design del dopoguerra del MoMA.
Vignelli non aveva comunque lavorato solo in America. Nel 1989 aveva ridisegnato l’immagine del Tg2 della Rai, dall’identità visuale fino agli studi e agli arredamenti: fu per l’Italia il primo telegiornale senza “mezzibusti”. (Ansa)
Disegnò la mappa della Metro di New York e il nuovo Tg2 senza mezzibusti