ROMA – «Ciao amore mio. Trentacinque anni insieme, una vita. Sei volato in cielo stamattina, hai resistito fino all’ultimo respiro, per permettermi di lavorare ieri sera. Niente è per caso. Due ore e già mi manchi. Amore». La giornalista Romana Liuzzo, presidente della Fondazione Guido Carli, ha annunciato, così, la scomparsa del marito Massimo Dell’Omo, 79 anni, storico inviato del quotidiano “la Repubblica”, scomparso sabato a Roma dopo una lunga malattia.
Nato a Pisa il 24 marzo 1942, era giornalista professionista iscritto all’Ordine del Lazio dal 20 giugno 1979. Aveva cominciato in quella grande palestra della professione che era la redazione di Paese Sera, per approdare a quella di Eugenio Scalfari e, da caporedattore della Cronaca di Roma, firmare più volte il sorpasso nelle vendite di “sua maestà” Il Messaggero.
Elegante e ironico nella vita, rigoroso e deciso nella professione in cui ha creduto battendosi sempre per l’autonomia del giornale, Massimo Dell’Omo ha condotto e coordinato le più importanti inchieste sugli scandali della politica degli anni Ottanta e Novanta. Quindi, da inviato ha firmato epiche cronache di crisi e di guerra in giro per il mondo, da Kinshasa a Bagdad, Asmara, Addis Abeba, riuscendo a sdrammatizzare, con grande ironia, anche le situazioni più gravi.
I funerali di Massimo Dell’Omo saranno celebrati a Roma domani, martedì 7 dicembre, alle ore 11 nella Chiesa di San Gioacchino in Prati. (giornalistitalia.it)