Salutiamo con affetto una persona perbene. Siddi: “Uomo di libertà e di pluralismo”

Addio Luciano Ceschia, un sindacalista vero

Luciano Ceschia

TRIESTE – Il giornalista Luciano Ceschia, già segretario generale della Fnsi e direttore dei quotidiano Il Piccolo e Alto Adige, è morto all’alba di oggi, giovedì 28 aprile, nella sua casa di Trieste. Aveva 87 anni.
Nato a Trieste il 13 dicembre 1934, giornalista professionista iscritto all’Ordine del Friuli Venezia Giulia dal 17 ottobre 1959, dopo due anni di lavoro precario al quotidiano Il Piccolo di Trieste, ha lavorato nelle redazioni provinciali di Trieste, Gorizia, Udine e Pordenone de Il Gazzettino di Venezia dal 1958 al 1966.

Luciano Ceschia

Dal 1966 in Rai, ha lavorato nella sede regionale del Friuli Venezia Giulia e, nel decennio ’70-’80, a Roma (al giornale radio con direttore Sergio Zavoli. Per tre anni è stato direttore de Il Piccolo (dall’81) e per sei dell’Alto Adige di Trento e Bolzano (dall’84).
Segretario del Sindacato dei giornalisti del Friuli Venezia Giulia negli anni Sessanta, per due anni ha guidato il gruppo di base dei giornalisti Rai, quindi, nell’ottobre 1970 a Salerno è stato eletto segretario nazionale della Federazione nazionale stampa italiana e amministratore in Inpgi e Casagit, oltre che amministratore delegato e direttore generale della casa editrice Nuova Eri Edizioni Rai. Attualmente era consigliere nazionale di diritto della Fnsi e presidente onorario dell’Assostampa Friuli Venezia Giulia.
A dare la notizia è stato il segretario dell‘Assostampa Friuli Venezia Giulia, Carlo Muscatello, ricordando le motivazioni con le quali nel 2017 gli era stato conferito il “San Giusto d’Oro” per «festeggiare i sessant’anni di giornalismo e impegno sindacale di un collega che, pur avendo salito tutti i gradini della carriera professionale fino a diventare direttore di giornali, non ha mai dimenticato l’altra sua anima, quella appunto sindacale… Un esempio per tutti i colleghi, in un momento di forte crisi dei corpi intermedi e di disaffezione delle giovani generazioni dal sindacato».

Franco Siddi

Nell’esprimere sentite condoglianze alla famiglia, lo storico segretario generale della Fnsi, Franco Siddi, afferma: «Mi dispiace molto. È stato un giornalista e direttore di giornali, segretario Fnsi  che ha lasciato segni importanti. Visionario e concreto, protagonista di innovazione, rinnovamento, socialità e della svolta dell’informazione libera con l’introduzione regolata delle nuove tecnologie nell’editoria e nel lavoro professionale».
«Uomo tenace, vivacissimo, – sottolinea Siddi – attento a capire i processi di cambiamento sociale del Paese e del ruolo dei media e sempre molto concreto. Uomo di libertà e di pluralismo, Ceschia è stato protagonista, con Giovanni Giovannini interlocutore degli editori, della legge di Riforma dell’Editoria 41 anni fa. Una stagione di fermenti molto significativa. Un omaggio grato, ora che lascia questa terra, a Luciano Ceschia».
Alla famiglia il cordoglio della Redazione e del Direttore di Giornalisti Italia, Carlo Parisi, che ne ricorda con affetto «la gentilezza, la signorilità, il rispetto per gli altri, soprattutto per coloro i quali la pensavano in maniera diametralmente opposta alla sua. Doti proprie delle persone serie, vere e perbene». (giornalistitalia.it)

Il quotidiano Il Piccolo di Trieste pubblica la notizia con un pezzo scritto dallo stesso Luciano Ceschia. «Da grande giornalista qual era, qualche anno fa si era scritto da solo il suo necrologio».

LUCIANO CESCHIA: ECCO CHI ERA

Nato a Trieste il 13 dicembre del 1934 da famiglia di origine istriana e friulana. Residente in Istria dal ’41 al ’48 (Buie, Momiano e Capodistria – liceo Combi), e pertanto in possesso del decreto prefettizio che lo dichiara “profugo”.
Al rientro a Trieste dirigente nelle organizzazioni giovanili di Mons. Edoardo Marzari (esponente dell’antifascismo triestino, torturato dai nazisti). Presidente del Circolo studenti medi triestini anche durante le cruente giornate del 1953.

Luciano Ceschia

Iscritto alla Dc, inizialmente delegato provinciale dei giovani e quindi dirigente provinciale, iscrizione che non rinnovò al momento della nomina ai vertici della Federazione della stampa, pur mantenendo rapporti di solidarietà e amicizia con esponenti locali e nazionali dell’area morotea (tra gli altri Belci, Bodrato, Anselmi).
Promotore e direttore di due giornali per giovani.
Il primo ricordo della vita: la manifestazione nella piazza Unità di Trieste il 18 settembre del 1938 nel corso della quale Mussolini annunciò le leggi razziali.
Giornalista professionista dal 1958. Due anni di lavoro precario (dal giugno 1955) al Piccolo di Trieste. ¬ Redattore e caposervizio nelle redazioni provinciali di Trieste, Gorizia, Udine e Pordenone del Gazzettino di Venezia dal 1958 al 1966.
Fu tra i primi giornalisti triestini a fare negli anni ’60 servizi da inviato in Istria che aveva lasciato da profugo nel 1948, riallacciando fra l’altro i rapporti, tuttora molto intensi, con la comunità degli italiani rimasti; Dipendente Rai per 14 anni dal 1966: ha operato nella sede regionale del Friuli Venezia Giu1ia e, nel decennio ’70 – ’80, a Roma (giornale radio, a Radiosera dove si realizzò il primo esperimento dei giornalisti “in voce”); tra l’altro capo redattore centrale, con direttore Sergio Zavoli.
Per tre anni direttore del Piccolo di Trieste (’81 – ’83) e per sei anni direttore dell’Alto Adige di Trento e Bo1zano (’84 – ’89). Dirigente (segretario) negli anni ’60 del sindacato giornalisti del Friuli-Venezia Giulia. Eletto consigliere nazionale della Fnsi nel 1968; segretario per oltre un anno del Sindacato nazionale giornalisti Rai. Per oltre nove anni segretario generale della Federazione nazionale stampa italiana nel decennio ’70 – ’80, caratterizzato anche dal fenomeno terroristico contro i giornalisti: collaborò con il ministero degli Interni (tra l’altro con il ministro Cossiga) nella protezione dei colleghi minacciati dalle Br ma rifiutò sempre la scorta. Ha firmato 5 contratti nazionali di lavoro giornalistico che hanno esteso la partecipazione dei Comitati di redazione nella vita delle aziende; è stato tra l’altro introdotto il parere consultivo delle assemblee redazionali sulla nomina del direttore. Molte le iniziative, anche clamorose, per la difesa delle testate giornalistiche, come l’occupazione del quotidiano la Gazzetta del popolo di Torino, diventata cooperativa, e del Telegrafo-Tirreno che l’editore Monti voleva chiudere e che, dopo una lunga vertenza, venne acquisito dal Gruppo Espresso, primo della rete dei piccoli giornali del Gruppo.
All’epoca esistevano due organizzazioni internazionali dei giornalisti, una per l’est, l’altra per l’ovest, alle quali la Federazione italiana non aderiva. Sfruttando questa posizione la Fnsi organizzò a Capri per quattro anni consecutivi incontri internazionali che furono l’anticamera del disgelo. Ha promosso (con la collaborazione di esponenti dei partiti dell’arco costituzionale e dei più accreditati giuristi) la prima legge per interventi organici a favore dell’editoria che ha anche introdotto speciali tutele per i giornali in cooperativa e delle minoranze etniche: tra questi il Primorski Dnevnik, espressione della minoranza slovena. Attualmente Consigliere nazionale di diritto della Fnsi e presidente onorario dell’Associazione stampa regionale del Friuli Venezia Giulia. Consigliere e assessore per oltre tre anni al Comune di Trieste alla fine degli anni ’60. Ha guidato nel 1968 le celebrazioni indette nella ricorrenza dei 50 anni di appartenenza di Trieste allo Stato italiano.
Amministratore dell’istituto di previdenza dei giornalisti Inpgi, della cassa autonoma Casagit (di cui nel 1974 è stato cofondatore) e dell’Ente cellulosa e carta. Negli anni ’90, rientrato in Rai, è stato Amministratore delegato e direttore generale della casa editrice Nuova Eri Edizioni Rai (proprietaria delle riviste Radiocorriere, Moda e King) con sedi a Roma, Milano e Torino, e Direttore generale della Fonit Cetra di Milano, entrambe proprietà al 100 per cento della Rai. Cofondatore e membro del direttivo della Scuola superiore di giornalismo radiotelevisivo della Rai nei primi anni di attività. Ha collaborato per molti anni a livello regionale e nazionale con il Sindacato pensionati italiani della Cgil nel settore della comunicazione. Nel 1974 è stato nominato Commendatore.

Luciano Ceschia

Un commento

  1. Daniele Cerrato

    Sotto la sua segreteria nacque la Casagit. Una persona per bene e appassionata della nostra categoria. Un amico più volte trovato al fianco con intelligenza e mai con saccenza. Mi dispiace davvero tantissimo. Ciao Luciano.

Commenti chiusi