ROMA – Giornalismo in lutto per la scomparsa di Guido Columba. Aveva 72 anni. È morto la notte scorsa, al Policlinico Gemelli di Roma, dove era ricoverato a causa della lunga e brutta malattia contro la quale ha combattuto per anni.
Nato a Bolzano il 16 febbraio 1946, era giornalista professionista iscritto all’Ordine del Lazio dal 15 maggio 1971. Ha lavorato come cronista di nera e di politica locale al Giornale d’Italia (1969/1975), a Paese Sera (1975/1982) e all’agenzia di stampa Ansa (1982/2011). Dirigente del Sindacato cronisti romani dal 1972, è stato presidente dell’Unione Nazionale Cronisti Italiani dal 1993 al 2015.
Guido Columba ha speso la propria vita e tutto se stesso alla causa della cronaca, sorretto da un rigoroso senso del dovere professionale e da un profondo spirito di servizio verso la categoria. Soleva dire e scrivere: “Senza cronaca non c’è storia, e senza storia non c’è coscienza di una civiltà”. E ancora: “I cronisti hanno il compito di raccontare alla gente quello che accade, la realtà vera, non quella che piace a questo o quel potente o prepotente di turno”.
Si deve a Guido Columba, per diversi anni presidente dell’Unione nazionale cronisti italiani, la istituzione nell’autunno 2006 della Giornata della Memoria dei giornalisti uccisi dalle mafie e dal terrorismo, e di quanti hanno sacrificato la vita per la libertà di stampa. La prima edizione si è tenuta in Campidoglio nel maggio 2008, e uno suo Libro della Memoria testimonia uno per uno il sacrificio dei colleghi caduti.
Nella prefazione, scrive fra l’altro: “Nessuno di loro aveva la vocazione dell’eroe, ma tutti non si sono mai accontentati della versione ufficiale, di comodo degli avvenimenti. Hanno fatto giornalismo di inchiesta, sono andati a vedere di persona, hanno raccontato ciò che gli altri non vedevano o non volevano vedere. Costituiscono un monito e anche un ancoraggio per i cronisti di oggi”.
In sintonia con la sua dedizione professionale e sindacale fin dalla giovinezza, Guido Columba è stato un protagonista antesignano delle lotte per il diritto-dovere di cronaca, per la tutela del segreto professionale, per il contrasto alle leggi bavaglio, per il rigetto delle querele facili e per la denuncia degli abusi compiuti nel nome di una malintesa privacy.
Da segretario del Sindacato cronisti romani e da presidente dell’Unci, è stato il primo a mettere in guardia il sindacato dei giornalisti sui pericoli e le insidie che, fin dall’alba delle mutazioni genetiche della informazione, minacciavano la libertà di stampa con crescenti voglie censorie e intimidatorie da parte dei poteri che hanno scoperto il fai da te della comunicazione.
Grazie a Guido Columba, che ha spronato, incitato e caricato l’ambiente, ancor oggi è mobilitata la categoria, e scende in piazza contro i tentativi di ridimensionare la mediazione giornalistica con il sopruso e di regolare ad arbitrio i rubinetti dell’informazione.
Negli ultimi decenni, terrorismo, mafia, camorra criminalità organizzata hanno messo a dura prova il mestiere di cronista. Che tuttavia ha mantenuto “la schiena dritta” come riconobbe il presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, in uno storico incontro con l’Unci di Columba.
Guido Columba appartiene alle generazioni di cronisti che, in tempi di accese rivalità fra i giornali, specie quelli della sera dove ha lavorato intensamente, correvano a briglia sciolta ovunque spuntasse il filo d’erba della notizia, consumavano intere giornate e le suole delle scarpe per stare sui e dentro i fatti, per incalzare le amministrazioni pubbliche nell’interesse dei cittadini. Non c’erano ostacoli, tabù, freni e pregiudiziali che intralciassero le loro scorribande nei territori degli avvenimenti di bianca e di nera. Purché si rispettassero le principali regole ricordate sempre dal sindacato dei cronisti guidato Columba: la coscienza professionale, i diritti della persona, i codici e le leggi.
La cerimonia funebre laica si svolgerà lunedì 15 ottobre, alle ore 11, nell’aula magna della facoltà di teologia valdese in via Pietro Cossa 40 (piazza Cavour).
Alla famiglia tutta le più sentite condoglianze dalla Redazione di Giornalisti Italia e dai colleghi di tutto il Paese. (giornalistitalia.it)
Unci: “Mobilitò la categoria contro ogni bavaglio”
“Columba ha segnato gli anni più importanti e luminosi dell’Unci, soprattutto nell’ultima decade del suo mandato quando aveva saputo mobilitare prima le risorse migliori dell’Unione, poi le intelligenze più vive della categoria per opporsi ai ripetuti assalti al diritto di cronaca portati da ogni parte politica e da ogni livello della cosiddetta classe dirigente”. Lo afferma il presidente dell’Unci, Alessandro Galimberti, esprimendo insieme ai membri di giunta, ai consiglieri nazionali, ai presidenti dei gruppi regionali e a tutti gli iscritti dell’Unione nazionale cronisti italiani, “il più sentito cordoglio ai familiari di Guido”.
“A lui – ricorda Galimberti – vanno imputati i momenti più alti della mobilitazione della categoria e dei cittadini, come il tour in dodici piazze italiane per il ‘no bavaglio’ del 2008 e, negli stessi anni, il compendio ‘Ddl Alfano, se lo conosci lo eviti’ in cui seppe coinvolgere le più alte figure del pensiero libero per contrastare i disegni di ‘silenziamento’ del giornalismo. Serio, competente, autorevole, Columba aveva fatto del garbo, unito però alla fermezza, il suo tratto distintivo di gentiluomo”.
Fnsi: “Sempre dalla parte della libertà di informare”
La Federazione Nazionale della Stampa Italiana si unisce al cordoglio per la morte di Guido Columba, storico presidente dell’Unione Nazionale CronistiItaliani, più volte nel Consiglio nazionale della Stampa italiana, giornalista libero e rigoroso, sempre in prima fila nelle battaglie contro i bavagli di qualsiasi natura e colore, dalla parte dei cronisti, della libertà di informare, del diritto dei cittadini ad essere informati.