La Lombardia perde due figure storiche della categoria. Funerali domani e giovedì

Morti i giornalisti Bruno Ambrosi e Antonio Velluto

Bruno Ambrosi

Bruno Ambrosi

Antonio Velluto

Antonio Velluto

MILANO – Il giornalismo lombardo perde due bandiere: Bruno Ambrosi e Antonio Velluto. Si sono spenti, entrambi, ieri a Milano.
Bruno Ambrosi è morto nella sua casa di Milano all’età di 84 anni. Nato a Pontremoli, in provincia di Massa, il 14 maggio 1930, giornalista professionista, era iscritto all’Ordine dei giornalisti della Lombardia dal 1° ottobre 1957, dopo una lunga carriera in Rai è stato consigliere nazionale e regionale dell’Ordine dei giornalisti e presidente dell’Istituto per la formazione al giornalismo “Carlo De Martino” di Milano. L’Associazione Lombarda Giornalisti e la Fnsi lo ricordano come uno dei pionieri del giornalismo televisivo in Italia.
Poco più che ventenne aveva fatto parte, negli anni ’50, di una pattuglia di giovani che, a Milano, prima sperimentarono il linguaggio – inedito per quei tempi – dell’informazione per immagini – e poi lo avevano applicato con creatività al telegiornale.
Al primo posto il mestiere di giornalista, ma grandi passioni civili (la politica e il sindacato). Ambrosi è stato consigliere regionale della Lombardia, eletto come indipendente nelle liste del Pci, dal 1985 al 1990. In campo sindacale figura di riferimento della corrente di Nuova Informazione.
Inviato, seguì grandi avvenimenti come il Vajont, la morte di Enrico Mattei, il disastro di Seveso. E’ stato anche conduttore della rubrica Rai “Az, un fatto come e perché”, trasmissione di punta del giornalismo tv. Nel 1972 vinse il Premiolino. Negli ultimi anni in Rai gestì l’edizione del Tg3 in onda da Milano. I funerali laici di Bruno Ambrosi saranno celebrati giovedì, alle ore 11, nel cortile della Rai di Milano, in corso Sempione 27.
Sempre l’Alg ricorda Antonio Velluto, “un’intera vita a tre passioni: giornalismo, politica e rappresentanza di categoria”. La sua vita professionale si è svolta interamente alla Rai, nella redazione di Milano, dove era entrato negli anni Sessanta.
Nato a Troia, in provincia di Foggia, il 16 febbraio 1933, era giornalista professionista iscritto all’Ordine della Lombardia. A 16 anni si è trasferito a Milano per cercare lavoro. Coniugato dal 1968 con Luisa Bivi, ha avuto 4 figli che gli hanno regalato 4 nipoti.
Dopo aver collaborato con alcuni quotidiani, nel 1962 ha iniziato la sua lunga collaborazione con la Rai, dove ha lavorato come giornalista professionista fino alla pensione. E’ stato redattore del Gr e poi, come capo servizio, responsabile del “Gazzettino Padano”, storica testata dell’informazione radiofonica per la Lombardia.
In Rai fu sempre “uomo di macchina”, di rado si sentiva la sua voce, e mai compariva in video. In seguito, nominato caporedattore, è diventato assistente del direttore del Centro di Produzione TV.
Accanto agli impegni professionali, si è prodigato in numerose attività di carattere sociale. Nei primi anni della sua esperienza milanese, è stato una delle anime del neonato Sindacato degli Studenti Lavoratori e ha fondato il Centro Italiano Servizi Sociali, attivo nella assistenza alle famiglie più bisognose.
Eletto nelle fila della Democrazia Cristiana per la prima volta nel 1970, è stato per 4 anni assessore all’Edilizia Pubblica, dando vita ad uno dei più significativi piani di edilizia economica e popolare della città e, per i successivi tre mandati, consigliere comunale di Milano.
Ha poi fondato e presieduto il Consorzio interregionale dei Comuni del bacino di utenza della Ferrovie Nord, contribuendo al rilancio della rete metropolitana di trasporto pubblico ferroviario lombardo.
Conclusa l’esperienza amministrativa, ha svolto attività sindacale nell’Associazione Lombarda Giornalisti e nella Giunta Esecutiva e nel Consiglio nazionale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, occupandosi dell’ufficio esteri. E’ stato uno dei fondatori della Federazione Europea dei Giornalisti nell’ambito della Federazione Internazionale (Bruxelles 1994). Infine, per 6 anni, è stato segretario generale del Circolo della Stampa di Milano. Negli anni Duemila, ormai in pensione, ha partecipato ai congressi della Ifj, la Federazione Internazionale dei giornalisti. I funerali saranno celebrati domani, mercoledì  25 giugno, alle ore 15, nella chiesa di San Marco, in piazza San Marco 2, a Milano.

Fnsi: Antonio Velluto, figura leader del Sindacato Internazionale 

Profondo cordoglio per la scomparsa dei colleghi Bruno Ambrosi e Antonio Velluto viene espressa dalla Federazione Nazionale della Stampa che, in questo momento di grande dolore, si sente particolarmente vicina alle famiglie. “Il giornalismo italiano e il suo sindacato – ricordano il segretario generale della Fnsi, Franco Siddi, ed il presidente Giovanni Rossi – hanno perso una delle figure di grande impegno e lavoro solidale per la categoria a livello nazionale e internazionale”.
A lungo componente della Giunta Esecutiva della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, responsabile della sezione internazionale, co-fondatore della Federazione europea dei giornalisti (Efj), nel 1994, nell’ambito della federazione internazionale della categoria (Ifj), per sei anni è stato inoltre segretario generale del Circolo della Stampa di Milano. E in tutte queste attività ha portato i caratteri della sua identità professionale, dell’uomo impegnato nella società in una costante ricerca di sviluppare concretamente gli ideali e la sensibilità della sua cultura di cattolico democratico, che lo ha portato negli anni a svolgere anche funzioni pubbliche: Assessore all’edilizia pubblica a Milano all’inizio degli anni Settanta, tra i fondatori del Consorzio Interregionale dei Comuni delle Ferrovie Nord.
Ma è soprattutto nella professione e nel sindacato della categoria, partendo dalla componente “Impegno Sindacale” e nell’Associazione dei giornalisti cattolici Ucsi, che Antonio Velluto ha dato, sul piano sociale, il massimo fino alla fine, dedicandosi con passione alla composizione e alla ricerca di soluzioni ai problemi di una professione in continuo cambiamento. Ha fatto diventare rilevante la vicenda pubblica del giornalismo italiano organizzato, proiettandola, sul piano delle rappresentanze, in una dimensione di autorevolezza nell’ambito degli organismi internazionali.
La vita professionale essenziale di Antonio Velluto, invece, si è svolta alla Rai dove è stato, tra l’altro, redattore del GR e capo redattore responsabile del “Gazzettino Padano”. Ha lasciato un’impronta significativa ovunque sia stato chiamato all’impegno collettivo e al lavoro.
Ha animato la formazione di molti giovani giornalisti, tra i quali due dei suoi figli, Alessandra e Giovanni.
Alla moglie Luisa, che gli ha dato quattro figli e che l’ha accompagnato in tante battaglie civili, e a tutti i familiari sentimenti di gratitudine, di amicizia e di affetto per Antonio uniti al più sentito cordoglio di tutta la Federazione Nazionale della Stampa Italiana.

Fnsi: Bruno Ambrosi, protagonista per riforma professione

ROMA – Un’altra notizia di grande tristezza raggiunge la comunità dei giornalisti italiani: a Milano è morto oggi anche il collega Bruno Ambrosi, 84 anni, professionista dal 1957, giornalista di punta della Radiotelevisione e protagonista innovativo della formazione per giovani giornalisti e praticanti.
Uomo di profonda cultura, di grande impegno civile e pubblico (in una fase della sua vita è stato consigliere regionale della Lombardia), ha caratterizzato la sua esperienza nel giornalismo sul piano della promozione etica dei valori della professione, da coniugare alla competenza e alla capacità di capire e interpretare, partendo dalla realtà, i fenomeni complessi della società. E’ stato una delle colonne portanti della redazione milanese della Rai dove ha svolto incarichi di caporedattore nel Tg2 e Tg3.
E’ stato, inoltre, animatore del “Bollettino di controinformazione” all’inizio degli anni Settanta, assieme ai colleghi Morando Morandini, Marco Nozza e tanti altri. Protagonista delle battaglie sindacali e soprattutto sul terreno della deontologia e della riforma dell’Ordine professionale, Bruno Ambrosi, esponente della componente “Nuova Informazione”, è stato a lungo consigliere regionale e poi nazionale dell’Ordine dei Giornalisti. Ha presieduto l’Istituto di Formazione di Giornalismo dell’Ifg, uno delle più qualificate scuole di accesso della professione in Italia.
Con la Fnsi, nel rimpianto per la scomparsa di Bruno Ambrosi, siamo vicini alla famiglia con i sentimenti di profondo cordoglio.

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