ROMA – Se ne è andato serenamente Giorgio Lascaraky, 96 anni, mitico re della Sala Cronisti della Questura di Roma dal 1945 ai giorni nostri. Ha, infatti, continuato a seguire i “fattacci” della Capitale fino a 90 anni. Era sempre il primo a chiamare la sala operativa della Questura all’alba, tutti i giorni senza mai saltare una domenica o un festivo e con una professionalità che è stata sempre riconosciuta anche dagli stessi operatori di polizia.
Nato il 18 maggio 1926, era giornalista professionista iscritto all’Ordine del Lazio dal 1 aprile 1954. Aveva cominciato a lavorare nel luglio 1945 al quotidiano Italia Libera, per poi passare a Momento Sera, Paese Sera e, nel 1954, al quotidiano Il Tempo di Renato Angiolillo.
Dalla Sala Cronisti della Questura per anni ha continuato a lavorare per diverse testate, come per il Gr della Rai, per il quale assicurava la copertura della “nera” per il Gazzettino del mattino.
Il Sindacato Cronisti Romani, presieduto da Pierluigi Roesler Franz, ricorda che sua è stata la notizia che permise lo scoop del rinvenimento del corpo di Aldo Moro in via Caetani all’interno di una Renault 4 il 9 maggio del 1978 dopo 55 giorni di prigionia.
Fu proprio Giorgio a chiamare quella mattina dalla Questura il giornalista della televisione privata romana Gbr Franco Alfano, indicandogli la via e l’auto dove la polizia aveva trovato il cadavere dello statista democristiano riuscendo, così, ad essere il primo giornalista ad arrivare sul posto prima che la strada venisse chiusa dalle forze dell’ordine e assicurandosi le uniche immagini del tragico evento. Tra l’altro, lo scoop fotografico di Alfano è stato un vero colpo di fortuna. Nell’occasione ha, infatti, potuto disporre di numerose pellicole a colori solo perché, qualche giorno prima, aveva dovuto rinunciare a partire per Montecarlo per seguire il Gran Premio di Formula 1 non avendo trovato posto in aereo.
In occasione del Premio Cronista “Piero Passetti” del 2004 aveva incontrato il Capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi. Nel 2009 l’allora Questore di Roma, Giuseppe Caruso, gli ha consegnato una targa con su scritto: «A un giornalista di razza, a una figura storica della cronaca romana, Giorgio Lascaraky, un piccolo riconoscimento per la tua grande professionalità».
È stato tra i riformatori del Sindacato Cronisti Romani ed ha formato generazioni di giornalisti. Lascia i figli Flaminia e Marco e i nipoti, Arianna, Paloma e Olivia.
Burbero maestro e generosissimo amico di un’intera generazione di cronisti tosti e capaci, gli dobbiamo tanto. Io, per la sua vicinanza affettuosa, moltissimo. Per questo lo ricordo con grande affetto e voglio tributargli pubblicamente un sentito ringraziamento per i consigli e per tutte le volte che mi ha spronato con sul suo “Romano, damose da fa”. (giornalistitalia.it)
Romano Bartoloni