LONDRA (Gran Bretagna) – Gaia Servadio, per molti decenni protagonista della scena giornalistica e culturale italiana e morta a Londra, la città in cui viveva dal 1956, non senza ritorni in Italia e soggiorni intorno al mondo.
Nata a Padova 83 anni fa, da padre ebreo e madre di famiglia cattolica siciliana, si era stabilita da tempo nel lussuoso quartiere di Chelsea, in una casa traboccante di ricordi.
Scrittrice e saggista dalle molteplici curiosità, fu in gioventù vicina al Mondo di Mario Pannunzio, poi collaboratrice delle pagine culturali del Corriere della Sera e della Stampa, ma anche del Daily Telegraph britannico e co-realizzatrice di documentari sia per la Rai sia per la Bbc: fra l’altro di argomento musicale.
Nel corso degli anni, ha pubblicato 37 libri, dal romanzo satirico “Tanto gentile e tanto onesta” edito nel 1967 da Feltrinelli e poi tradotto in 8 lingue, al recentissimo saggio-pamphlet “Giudei”, sua ultima fatica per i tipi di Bompiani.
Da giornalista aveva seguito fra l’altro la Guerra del Kippur in Israele e trascorso un periodo a Mosca. Amica di grandi personalità della cultura internazionale, Servadio fin da giovane frequentò figure come Primo Levi o Philip Roth. Mentre fra le amicizie della sua vita nell’alta società, sia britannica sia italiana, spicca il nome di Gianni Agnelli.
Spirito disincantato, molto legata alle radici ebraiche, ha rappresentato una voce liberal in seno alla comunità. L’Italia l’aveva onorata con il titolo di Cavaliere già sotto la presidenza di Sandro Pertini, quindi con quello di Commendatore concesso da Giorgio Napolitano. Sua figlia Allegra Owen, prima di tre avute durante il matrimonio con lo storico, collezionista d’arte e aristocratico inglese William Mostyn-Owen, è stata la prima moglie dell’attuale premier Tory britannico Boris Johnson, conosciuto quando entrambi erano studenti ad Oxford.
Negli ultimi anni Gaia Servadio non aveva del resto mancato di esprimere giudizi severi sull’ex genero, e in particolare sulla sua politica pro Brexit. (ansa)
Scrittrice, a Londra dal 1956 ha lavorato per il Mondo di Pannunzio, Corsera, La Stampa