MILANO – Giornalismo in lutto per la scomparsa di Franco Zuccalà. “Icona del giornalismo sportivo”, sottolinea l’agenzia di stampa Italpress, fondata e diretta da Gaspare Borsellino, con la quale il giornalista collaborava dal 2000 «raccontando il calcio ma non solo, con quella sua ironia pungente ma mai fuori posto». Si è spento nella sua casa di Milano all’età di 83 anni.
Dal 2000 collaborava con Italpress ma aveva alle spalle una lunga carriera fra giornali, tv e radio. Il suo volto diventa noto al grande pubblico alla Rai, dove lavora come inviato per “La Domenica Sportiva”, “Novantesimo Minuto”, “Il Processo del Lunedì” e il Tg1.
Olimpiadi, Mondiali ed Europei di calcio, la Coppa d’Africa: per sessant’anni ha seguito tutti i più importanti avvenimenti sportivi e nel 2014 Gigi Buffon e l’allora ct Cesare Prandelli gli hanno consegnato la maglia azzurra numero 50 per il suo mezzo secolo al seguito della Nazionale. In tanti anni di giornalismo ha intervistato personaggi della statura di Nelson Mandela, Henry Kissinger, Gianni Agnelli, Sophia Loren oltre ai più grandi campioni del calcio, da Pelè a Maradona, da Cruyff a Beckenbauer. «Una perdita dolorosa, un professionista scrupoloso e raffinato»: lo ha voluto ricordare così Gabriele Gravina, presidente della Federcalcio.
Nato Catania il 22 settembre 1940, collaborava dal 2000 con l’agenzia di stampa Italpress fondata e diretta da Gaspare Borsellino. Prima di approdarvi, aveva girovagato per oltre 45 anni nel composito universo dei media: giornali, radio e televisione. Ha lavorato alla Gazzetta dello Sport (capo redattore dell’edizione siciliana), Tuttosport (redattore e inviato), Il Giornale nuovo, La Sicilia, Telestar e in tv: Antenna Sicilia con Pippo Baudo e a Odeon.
La notorietà, comunque, gliel’ha data la Rai con i servizi da inviato per “La Domenica Sportiva”, “Novantesimo Minuto”, “Il Processo del Lunedì” e il Tg1. Inoltre, per undici anni ha presentato per la Rai Corporation di New York, un programma bisettimanale (“I temi del calcio”), seguito in tutto il Continente americano. Ha poi collaborato alla Televisione della Svizzera Italiana e a Montecarlo Sat.
Olimpiadi, Campionati del Mondo di calcio, Europei, Coppa d’Africa: dal 1958 ha seguito tutti i più importanti avvenimenti sportivi. Gli è stata consegnata anche la laurea “Honoris Causa” in “Telecommunication Science” presso la Columbia University di New York; ha vinto importanti premi giornalistici come il “Boccali”, il “Brera”, ecc.
Nel 2014 il portiere Gianluigi Buffon e l’allenatore Cesare Prandelli gli hanno consegnato la maglia azzurra numero 50 per il suo mezzo secolo al seguito della Nazionale. Gli è stata anche attribuita la “Guirlande d’honneur” della Federation Internationale Cinema Television Sportifs per la sua lunga carriera.
In tanti anni di giornalismo ha intervistato personaggi della statura di Nelson Mandela, Henry Kissinger, Gianni Agnelli, Sophia Loren oltre ai più grandi campioni del calcio, da Pelè a Maradona, da Cruyff a Beckenbauer. Ha scritto “Il Re di Broccolino”, “Champions for ever”, “Brividi Mondiali” e ha collaborato alla realizzazione di numerosi saggi come “Cento anni di serie A”; ha realizzato ben 19 videocassette sul calcio.
Nella sua lunga carriera ha collaborato con oltre 90 testate giornalistiche italiane e straniere, tra le quali il mensile “La rivista” di cui è stato direttore per due anni. Ha realizzato documentari televisivi sui Cinque Continenti.
I funerali di Franco Zuccalà saranno celebrati a Milano domani, sabato 2 dicembre, alle 14.45 nella Chiesa Sant’Angela Merici.
Alla famiglia le più sentite condoglianze dal Direttore e dalla Redazione di Giornalisti Italia. (giornalistitalia.it)
Gaspare Borsellino: “Franco era un Giornalista galantuomo”
Quando a metà degli anni 80 iniziavo a muovere i primi passi di cronista sportivo per il Giornale di Sicilia prima e per vari quotidiani regionali dopo, Franco Zuccalà era una delle firme più note del panorama giornalistico nazionale.
Si attendeva l’edizione del sabato del Tg1 delle 13,30 per vedere “Il Pallone Racconta”, storica rubrica televisiva dove Zuccalà raccontava la giornata di campionato con corsi e ricorsi storici, aneddoti e curiosità che rendevano i suoi servizi sempre unici e mai banali.
Per noi giovani “biondini” del giornalismo sportivo Franco era una Star inarrivabile che si ammirava solo in TV.
Ricordo, pertanto, ancora con grande emozione il mio primo incontro de visu con Franco più di un quarto di secolo fa, esattamente il 12 febbraio del 1997 in uno dei templi del calcio, lo stadio Wembley di Londra. Si giocava Inghilterra-Italia (vinta dagli azzurri con gol di Zola). Durante il tragitto che ci portava in pullman allo stadio vidi Franco Zuccalà con il suo elegante vestito di grisaglia grigia ed una cravatta rossa ed il suo inconfondibile cappello Borsalino.
Io timidamente mi avvicinai e lo salutai con grande rispetto. Non sapeva ancora che da lì a qualche settimana sarebbe stato mio esaminatore agli esami da professionisti a Roma. Nè nulla gli dissi io!
Così quando il 24 febbraio mi presentai alla sede dell’Ordine e lo incontrai, lui sorpreso mi disse “Ma tu che ci fai qui?” Ed io quasi imbarazzato risposi “per fare gli esami…”.
A quel punto Franco mi diede del lei e mi disse “ah, allora ci vedremo fra poco in aula”. Franco non mi risparmiò diverse domande, ma alla fine quando superai indenne gli esami si complimentò sinceramente. Da lì a pochi anni, però, le nostre strade si sarebbero incrociate nuovamente, ma questa volta per un lungo percorso professionale comune. A fine anni 90, infatti, va in pensione dalla Rai, ma ancora con tanta voglia di lavorare e mettere al servizio degli altri la sua grande professionalità. Così nel 2000 inizia a seguire da inviato per l’agenzia Italpress gli Europei di calcio che si svolsero in Belgio e Olanda.
Da lì in poi è stato un grande girovagare per il mondo per seguire per Italpress 6 Europei e 4 Mondiali di Calcio e 4 Olimpiadi da quelle di Sydney del 2000 fino a Londra 2012, cimentandosi con grande umiltà a seguire e commentare discipline sportive non sempre sulle sue corde. Ma la professionalità di un giornalista si vede anche in queste cose.
Sono stati 23 anni ricchi di soddisfazioni, ed a volte anche di diversità di vedute, sempre chiarite fra persone per bene con un sorriso ed una pacca sulle spalle.
Quando una persona viene a mancare si rischia di cadere nella retorica di chi non c’è più, ma con tutti i difetti che ogni essere umano ha, non apparirò nè banale nè retorico nell’affermare che Franco era un Giornalista galantuomo, nei suoi tratti e nei suoi lineamenti, sempre pacato nei toni e preciso e puntuale nei suoi commenti e nelle sue analisi.
Oggi si direbbe un professionista d’altri tempi ed effettivamente Franco appartiene ad un mondo che oggi, ahimè, va estinguendosi.
Caro Franco ci mancherai e mi mancherai. (italpress)
Gaspare Borsellino
Le mie più sentite condoglianze alla famiglia del caro Franco.