SANTIAGO DEL CILE – Dopo un’agonia di 12 giorni, è morta la giornalista cilena Francisca Sandoval, colpita da un proiettile al volto mentre copriva i disordini avvenuti l’1 maggio scorso durante un corteo nel quartiere di Estación Central, a ovest di Santiago del Cile.
Sandoval, 29 anni e madre di una bambina, seguiva la manifestazione per conto del canale Señal 3 de La Victoria quando è stata colpita alla testa da un colpo di pistola sparato da un pregiudicato che si trova in carcerazione preventiva.
I media sottolineano come questo sia stato il primo caso di omicidio di un giornalista dal ritorno della democrazia in Cile, e il primo dopo l’uccisione 36 anni fa in dittatura, del giornalista José Carrasco.
L’Associazione dei corrispondenti della stampa internazionale in Cile (Acpi) ha espresso in un comunicato «il profondo dolore e le più sentite condoglianze alla famiglia e ai compagni del canale» per il quale lavorava.
L’Acpi ha aggiunto di dover constatare «con preoccupazione l’insufficiente azione svolta dalla polizia durante gli attacchi subiti dalla stampa e dai cittadini l’1 maggio». È fondamentale, si dice infine, «avanzare nelle indagini, chiarire i fatti e perseguire i responsabili».
Da parte sua il presidente Gabriel Boric ha condannato l’uccisione della giornalista di Señal 3 de La Victoria, assicurando che «non permetteremo l’impunità». «La violenza – ha aggiunto – danneggia irreparabilmente la democrazia e le famiglie. Il nostro impegno è per la sicurezza e la giustizia, e lo rispetteremo fino alla fine».
L’autore presunto dello sparo che ha ucciso Sandoval è stato arrestato dalla polizia il 2 maggio. Si tratta di Mario Naranjo, un pregiudicato che dal 2014 è stato condannato per traffico di droga e violazione della legge sulle armi. (ansa)
Morta dopo 12 giorni di agonia la giornalista ferita da un pregiudicato. Aveva 29 anni