ROMA – Una vita dedicata al giornalismo, senza mai rinunciare all’impegno politico. Quella di Federico Orlando, morto ieri sera all’età di 85 anni, è stata una carriera intensa, vissuta fino all’ultimo tra inchiostro ed editoriali. L’ultimo, dal titolo “L’Italia del discussionismo che non molla”, era stato pubblicato solo qualche giorno fa, martedì 5 agosto, sulle pagine di Europa, il giornale di cui era condirettore dal 2008: una critica all’Italia del “discussionismo” inconcludente e un invito alla classe politica a realizzare, al contrario, un reale riformismo. Come era nel suo stile. Ad aprile, per le sue prese di posizione, finì anche nel mirino di Beppe Grillo, che lo mise all’indice nella rubrica “il giornalista del giorno” del suo blog, utilizzata per attaccare i cronisti che si sono espressi in modo sfavorevole al Movimento.
Nato il 13 ottobre 1928 a San Martino in Pensilis in provincia di Campobasso, Orlando inizia presto a lavorare nel mondo del giornalismo: prima al Messaggero e poi al Giornale d’Italia, prima di approdare al Giornale diretto da Indro Montanelli, di cui diventerà condirettore. Con Montanelli condivise la rottura con l’editore Silvio Berlusconi, l’addio al quotidiano da lui fondato e la conseguente nascita de La Voce, che ebbe però vita breve. Lo scisma dal Giornale e il suo difficile rapporto con Berlusconi furono fonte di ispirazione per il libro “Il sabato sera andavamo ad Arcore” (Larus, 1995), in cui Orlando, di estrazione liberale, raccontava l’assalto dell’allora Cavaliere al quotidiano di Montanelli e la nascita di Forza Italia.
Una forte coscienza politica, quella di Orlando, che arrivava da lontano e che non si spense mai. Dopo una militanza nel Partito Liberale Italiano guidato da Giovanni Malagodi, di cui fu dirigente, nel 1996 fu eletto deputato nel suo Molise nelle liste del Pds, Partito Democratico della Sinistra, per poi passare prima all’Idv (Italia dei Valori) di Antonio Di Pietro e successivamente ai Democratici, il partito fondato da Romano Prodi. Infine, l’adesione alla Margherita di Francesco Rutelli e poi ai Radicali. I colleghi di Europa, per i quali è stato un punto di riferimento, sia sul piano professionale che umano, lunedì 11 agosto, alle ore 17, gli dedicheranno un semplice ricordo nella sede romana. Cordoglio anche dal mondo politico che lo ricorda come “un vero liberale”. (Claudia Fascia/Ansa)
L’Italia perde un grande giornalista
ROMA – Con la scomparsa di Federico Orlando, l’Italia perde un giornalista di grande competenza e alto senso della professione, un liberale autentico, un protagonista militante dell’articolo 21 della Costituzione, un intellettuale e anche un politico cultore della missione morale e civile chiesta a chi opera in questi campi. Lascia perciò una lezione importante, fatta di scritti, di discorsi, di testimonianze e opere che si trovano nei giornali in cui ha lavorato – dal Messaggero, al Giornale d’Italia, al Giornale di Montanelli (con il quale ha condiviso, anche da condirettore, tutte le scelte fino alla netta presa di distanza dal cavalier Berlusconi) a Europa, ancora condirettore – all’Associazione Articolo 21 (fondatore con Beppe Giulietti), al Parlamento, dove ha sempre lottato per la libertà e il pluralismo dell’informazione, contro ogni bavaglio e per contrastare il conflitto d’interessi.
Un bagaglio culturale e civile contagioso per molti a cominciare dai figli, Edoardo e Alessandra, oggi stimati giornalisti, rispettivamente a Mediaset e alla Rai. Nei giorni scorsi, pensando ai cambiamenti che mettono in tumulto il modo autentico di fare informazione da parte de giornalisti veramente liberi, in alcune appassionate telefonate prendeva spunto proprio dalla condizione professionale dei figli per proporre acute analisi e avanzare proposte di nuovo impegno civile e professionale nei luoghi della rappresentanza, nuove occasioni di partecipazione e confronto democratico. La morte la sentiva come una compagnia nuova in arrivo, ma sapendo che essa non si sarebbe portata via le idee e la sua cura per la civiltà democratica. E’ così.
A Federico Orlando un pensiero grato a titolo personale e a nome della Fnsi, unito a sentite condoglianze ai famigliari tutti e un abbraccio forte ai colleghi Edoardo e Alessandra.
Franco Siddi
segretario generale Fnsi