VARALLO (Vercelli) – A 93 anni è morto Enzo Barbano, avvocato di mestiere e pubblicista per vocazione, decano dei giornalisti vercellesi. A dispetto dell’età (salvo gli ultimissimi mesi che devono essere stati complicati) ha partecipato attivamente alla vita sociale di Varallo e della Valsesia.
Presenziava ai convegni, prendeva la parola e si faceva apprezzare per quel senso di ironia che lo metteva nelle condizioni di sdrammatizzare anche i contesti più complicati. Eccetto la guerra in Ucraina. Quella: no. Non si capacitava del fatto che, nel terzo millennio, l’Europa combattesse un conflitto drammatico con il rischio di vedere esplodere le bombe atomiche.
A Enzo Barbano piaceva raccontare che si era laureato in giurisprudenza: una laurea che, in provincia, metteva nelle condizioni di fare un po’ di tutto. Lui – sottolineava – di aver fatto poco penale perché non gli piaceva. Gli piaceva scrivere. Aveva cominciato con un articolo intitolato “Mondo della tecnica” pubblicato sul giornale di Vercelli “Libertà”. Era il 1955.
Da allora migliaia di “pezzi” di ogni genere. Nel 2020 una selezione dei suoi lavori è stata pubblicata in una miscellanea di “Scritti e Ricordi”. Il compito – non facile – di selezionare gli articoli è toccato a Gabriele Federici, mentre Miriam Giubertoni ha lavorato all’allestimento del volume.
Settant’anni di articoli pubblicati su riviste, settimanali e periodici. E fra un intervento giornalistico e l’altro la vita sociale. Seguendo le orme del padre Nino che era stato sindaco di Varallo aveva aderito alla Democrazia Cristiana presentandosi in lista per le amministrative ed essendo eletto. È stato fra i fondatori del Lyons Valsesiano e fra i promotori della costituzione dell’Istituto Storico della Resistenza.
Nella vita e nei suoi scritti amava esaltare i pregi del territorio, ma quando serviva sapeva essere spigoloso e non lesinava dall’evidenziare difetti e inadempienze. Gli piaceva raccontare le storie di una terra fantastica. Andava a scavare negli archivi documenti che gli consentivano di proporre vicende lontane che la sua penna rendeva affascinanti. Così sono nati, per esempio, “Un Brigante in Valsesia: Pietro Bangher”, “Storia della Valsesia. Età contemporanea”, “Storie di aviatori valsesiani”. E, ancora “Lo scontro a fuoco di Varallo del 2 dicembre 1943” e “L’occupazione austriaca della Valsesia del 1849”.
Barbano si è dimostrato attento anche alla poesia, in particolare quella vernacolare. Questa passione gli ha permesso di pubblicare un libro con le liriche di Cesare Frigiolini, che si firmava Cliss e che, per usare un paragone, sarebbe stato una specie di Trilussa valsesiano. Per questo, è stato per anni presidente della giuria del Premio dialettale intitolato a un altro monumento di questa terra, “Pinet” Turlo, che faceva il ciabattino e scriveva rime incantevoli.
Enzo Barbano ha pubblicato interviste, resoconti, e storie anche lontane tra loro eppure legate da un filo sottilissimo, quasi invisibile e impercettibile, quello del territorio valsesiano. Territorio che, adesso, ha preso la sua voce. (giornalistitalia.it)
Riccardo Del Boca