CAGLIARI – È morto oggi a Cagliari, all’età di 87 anni, Enrico Clemente, esponente di punta del giornalismo sardo e nazionale dagli anni Sessanta e Settanta del ventesimo secolo, all’impegno sociale nei primi anni Venti del secolo in corso.
Sassarese Enrico Clemente è stato un protagonista delle iniziative del secondo dopoguerra per la democrazia, la qualità e la libertà dell’informazione e della professione giornalistica, che lo vide assumere ruoli di primo piano nel sindacato storico della categoria: secondo presidente nella storia dell’Associazione Stampa Sarda, dal 5 ottobre 1969 al 14 dicembre del 1973, componente negli anni Settanta della giunta esecutiva del Fnsi. In queste vesti, oltre che come giornalista politico della Nuova Sardegna, quotidiano pubblicato a Sassari, si trovò al centro e fu alla guida di iniziative di resistenza nella gestione del giornale voluta a inizi anni Settanta dal petroliere Nino Rovelli, padrone dell’industria petrolchimica di Porto Torres e della Rumianca di Assamini (CA), che aveva acquistato la testata e avrebbe poi avuto per un certo periodo anche il controllo di fatto dell’Unione Sarda di Cagliari. Per la sua difesa intransigente dalle spinte che volevano il giornale marcatamente a favore degli interessi della petrolchimica in Sardegna, venne persino licenziato. Un esonero che durò pochi giorni perché sollevò la reazione nazionale dei giornalisti italiani scesi in sciopero. L’allora ministro del lavoro, Carlo Donat Cattin, si schierò e ordinò all’editore del riassumere subito Clemente.
Enrico Clemente fu poi protagonista delle trattative sociali che portarono al passaggio del giornale ad una nuova proprietà, quella di Carlo Caracciolo, che lasciò tuttavia sei anni dopo per differenze di punti di vista sull’autonomia della Sardegna, sulla nuova organizzazione del giornale e perché voleva cimentarsi voleva cimentarsi in una esperimento di giornalista libero imprenditore di se stesso. Fondò la casa editrice, Fabula, una piccola impresa di nicchia impegnata in pubblicazioni di qualità soprattutto sui beni storici e paesaggistici della Sardegna, ma anche con un occhio internazionale, specialmente al Brasile, realtà con la quale entrò in contatto anche attraverso il fratello Guido, noto storico e assessore alla cultura del Comune di Firenze, per un significativo periodo direttore dell’Istituto italiano di cultura nel grande Paese dell’America latina.
Enrico Clemente non aveva mai smesso di seguire le vicende associative della sua categoria originaria, quella dei giornalisti, e per più di 15 anni fu revisore dei conti (fino al 2021) dell’Ordine nazionale dei giornalisti sotto le presidenze Del Boca, Iacopino e Verna.
Uomo colto, schivo, riservato, inflessibile nella sua flessibilità, Enrico Clemente era avaro di confidenze e di personalismi, che destinava a pochi amici e colleghi stimati lontano dai tavoli della propaganda. Limitava i suoi interventi pubblici alle sedi istituzionali, dove il suo pensiero è stato sempre netto e distintivo. Lascia un’eredita di valore storico per il giornalismo e l’editoria in Sardegna e in Italia, già motivo di studio in alcune tesi universitarie.
Grato per averlo conosciuto e per aver potuto fruire del suo prezioso bagaglio di esperienze, porgo sentite condoglianze a suo figlio Luca e a Gesuina Fois, valente pubblicista e già dirigente di categoria che gli diede il dono di questa paternità, e ai familiari tutti.
Ora il silenzio ti appartiene tutto, Enrico. Ma tua memoria parla e parlerà di più da oggi in poi. Riposa in pace. (giornalistitalia.it)
Franco Siddi
Una preghiera. Riposi in pace.
Lo ricordo come revisore al Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti sotto le presidenze Del Boca e Iacopino! Riposi in pace.
Riposi in pace.
Riposi in pace il caro Enrico.
Un pensiero commosso ad una persona davvero perbene.
Sono molto addolorato per la scomparsa del caro Enrico, un autentico gentiluomo oltre che un ottimo collega. Addio amico mio.
Spiace molto
Riposi in pace!
Che riposi in pace.
Commosso e molto dispiaciuto per la scomparsa del caro collega Enrico, gran signore e giornalista gentiluomo. Riposi in pace!
Un collega preparato e serio. Siamo stati assieme per anni al Cnog. Io tesoriere con Iacopino presidente e lui presidente del Collegio dei revisori. Un contatto continuo: l’ho apprezzato per la sua competenza e lui per la mia lealtà. Un caro amico che ci lascia e che ricorderò sempre.
La morte di Enrico Clemente mi ha particolarmente colpito. Ero suo amico, Un’amicizia sincera e discreta, nata e consolidata nei tre anni passati insieme al Cnog come revisore dei conti. Mai sopra le righe ma fermo, sempre, nei suoi principi. Riusciva a trasmettere, senza molte parole, un senso di serenità. Mi mancherà molto. Addio, amico mio!