MILANO – Profonda commozione, ieri pomeriggio nella Basilica di Sant’Eustorgio a Milano, dove sono stati celebrati i funerali di Emanuela Perinetti, considerata tra le 150 donne più influenti del digital marketing manager nel mondo del calcio.
Aveva appena 34 anni e – ha detto ai funerali il padre Giorgio – “si è lasciata spegnere non riuscendo a sconfiggere una malattia deleteria: l’anoressia. Non sapremo mai le ombre che hanno creato un disagio così grande che non abbiamo saputo e potuto contrastare». Alla Gazzetta dello Sport Giorgio Perinetti ha spiegato che «i medici hanno fato il possibile, si preoccupava per me e mi diceva che andava tutto bene». Per questo si era sentito tranquillo nel lasciare Emanuela al Fatebenefratelli di Milano e non ha fatto in tempo a tornare in tempo per dire addio alla figlia quando le sue condizioni si sono improvvisamente aggravate. Distrutta anche la sorella Chiara che le ha chiesto «scusa per non aver capito sempre il modo giusto di starti vicino».
Laureata in “Innovation Management” all’Università Luiss di Roma, dove aveva anche conseguito un master, aveva cominciato a lavorare nel marketing e nella comunicazione bancaria prima di dedicarsi al mondo dello sport e in particolare del calcio seguendo le tradizioni di famiglia.
Il papà Giorgio è, infatti, una figura storica nel mondo dei direttori sportivi. Attualmente è direttore tecnico dell’Avellino e fino a pochi mesi fa lo è stato del Brescia ricoprendo anche il ruolo di direttore sportivo. Prima ancora lo era stato di Roma, Napoli e Palermo. Non a caso, nella basilica, sono stati in tanti a stringersi attorno alla famiglia, dall’amministratore delegato dell’Inter, Giuseppe Marotta, all’ex allenatore nerazzurro Antonio Conte, all’ex calciatore e attuale dirigente del Milan, Paolo Maldini.
Nel 2018 Emanuela era stata inserita nella classifica italiana delle 150 donne più influenti del digital in virtù del suo lavoro di general manager della Sport Business Unit di Sports Dots (Prodea Group) e co-founder di Cucu Sports e Stadeo.
Il dolore aveva già pesantemente provato la famiglia Perinetti nel 2015, quando la mamma di Emanuela, Daniela, era morta per un tumore al seno.
Toccante il ricordo del collega Riccardo Luna che su Repubblica scrive: «A giugno al Festival di Green & Blue ci incontrammo dopo tanto tempo e la vidi magrissima, pensai ad una dieta sbagliata, non potevo credere che stesse male, non con la sua vitalità, non con il suo buon umore. Abbiamo passato l’estate a mandarci messaggi sul nostro sogno di organizzare in Italia una partita di calcio carbon neutral. Lei aveva uno strano modo di mandare messaggi: erano solo vocali ed erano “a rate”, ogni dieci secondi chiudeva e ne aggiungeva un altro e poi un altro. Era snervante. Ricordo che a settembre glielo dissi e lei mi raccontò per la prima e ultima volta della sua malattia e di come l’entusiasmo in tutto quello che faceva la aiutasse a tenerla a bada.
Ricordo che fu attenta a ribadirmi che non mi voleva spaventare, non mi voleva commuovere: me lo diceva solo per affetto, perché tanto ce l’avrebbe fatta. Ero choccato, ma pensai anch’io che ce l’avrebbe fatta.
Qualche sera fa speravo di rivederla. Allo Stadio Olimpico giocava l’Italia e lei non si perdeva mai un match importante. Le scrissi: dove sei? E lei: “Con un cliente, per una volta gli ho dato la precedenza”. Era strano. Ora che è arrivata la notizia della sua morte improvvisa, penso che quel cliente fosse la morte e che lei semplicemente non me lo avesse voluto dire per non spaventarmi e non commuovermi e perché avevamo ancora un sacco di cose da fare. Era una gran bella persona, Emanuela».
Alla famiglia Perinetti le più sentite condoglianze dal Direttore e dalla Redazione di Giornalisti Italia. (giornalistitalia.it)