ROMA – Bruno Caselli, direttore dell’agenzia di stampa Ansa dal 1990 al 1997, è morto a Roma all’età di 93 anni. Si è spento ieri, alle 14, a Villa Margherita dove era ricoverato da una settimana e dove oggi è allestita la camera ardente dalle 10,30 alle 12 e dalle 17 alle 19. Il funerale, invece, sarà celebrato in forma strettamente privata.
Nato a Roma il 7 agosto 1927, giornalista professionista iscritto all’Ordine del Lazio dal 1 aprile 1959, Caselli divenne direttore il 16 gennaio del 1990, prendendo la pesante eredità lasciata per raggiunti limiti d’età da Sergio Lepri, storico direttore che guidava l’agenzia da quasi un trentennio, dal 1961. Ma Caselli, perfettamente conscio di essere il successore di un monumento del giornalismo, riuscì ad assicurare un passaggio morbido e gradito alla redazione, essendo a sua volta da anni una colonna portante dell’agenzia.
A via della Dataria aveva trascorso la sua vita professionale. All’Ansa Caselli, grande uomo di spirito, spesso autoironico, si era sempre fatto apprezzare per le doti professionali e per il buon carattere. Era tra l’altro vicedirettore già dal 1984, quindi da tempo lavorava al fianco di Lepri. Lasciò anche lui il timone solo per raggiunti limiti d’età per andare in pensione e dopo di lui fu nominato Giulio Anselmi, direttore dal 1997 ed attualmente presidente dell’Ansa.
«Nel momento in cui assumo la direzione dell’Ansa – scrisse Caselli quando fu nominato – invio un caloroso saluto ai direttori dei quotidiani soci e abbonati, a tutte le redazioni, a tutti gli utenti, pubblici e privati, in Italia e all’Estero. Il saluto si accompagna all’impegno mio e di tutto il corpo redazionale dell’agenzia a salvaguardare la linea di imparzialità e completezza dell’informazione, fin qui assicurata da Sergio Lepri, secondo lo statuto dell’agenzia e il mandato affidatomi dal consiglio d’amministrazione».
Fedeltà ad una linea e ad una vocazione professionale di riservatezza che era anche nel suo carattere e che lo aveva accompagnato nei lunghi anni passati all’Ansa, dove era entrato nel 1958. Nel 1955 era stato sempre dalle parti di Via della Dataria, ma questa volta portato dalla collaborazione con “Politica sociale” nello staff del Quirinale, dell’allora presidente della Repubblica Giovanni Gronchi da poco eletto.
Seguì una breve esperienza nell’unico telegiornale dell’epoca diretto da Massimo Rendina, dal 1955 al 1958, quando iniziò dalla base la sua carriera all’Ansa. Prima praticante, poi caposervizio dal 1962, poi dal 1963 vice redattore capo, redattore capo nel 1965, redattore capo centrale nel 1975, vicedirettore per i servizi interni nel 1984.
Gestendo, quindi, con grande equilibrio e in ruoli importanti di coordinamento i difficili Anni di piombo, difficili per il Paese così come per la sua principale agenzia di stampa. E infine arrivò la direzione dal 16 gennaio 1990.
Con lui l’Ansa passò serenamente la boa dei 50 anni nel gennaio del 1996 e in quella occasione fu insignito del premio Buone Notizie, quando fu emesso anche un francobollo celebrativo. Anno in cui Caselli fu anche insignito del premio Ischia Giornalista dell’anno.