WASHINGTON (Usa) – E’ morto Benjamin Bradlee, il direttore che ha fatto del Washington Post un quotidiano di riferimento mondiale e che ha segnato la storia con lo scandalo “Watergate”. Ad annunciarne la scomparsa, sul suo sito internet, è lo stesso quotidiano americano: “Benjamin C. Bradlee, che ha guidato il Washington Post per 26 anni, indirizzandone la trasformazione in uno dei quotidiani di punta nel mondo, è morto il 21 ottobre nella sua casa di Washington per cause naturali. Aveva 93 anni”.
Bradlee, che soffriva da vari anni di Alzheimer e demenza senile, passerà alla storia come una delle figure centrali delle rivelazioni che sfociarono nel Watergate: l’inchiesta giornalistica di Carl Bernstein e Bob Woodward sullo spionaggio al Partito Democratico che portò alle uniche dimissioni di un presidente nella storia degli Stati Uniti, quelle di Richard Nixon nel 1974.
Descritto come un personaggio geniale e con “il coraggio di un esercito”, Bradlee era stato anche amico di J.F.Kennedy.
“Per Benjamin Bradlee il giornalismo era più di una professione, era un bene pubblico di vitale importanza per la nostra democrazia”, ha commentato il presidente Barack Obama.
“Ha trasformato il Washington Post in uno dei migliori giornali del paese – ha dichiarato, ancora, il presidente Obama – e, sotto la sua guida, un crescente esercito di reporter ha pubblicato i Pentagon Papers, rivelato il Watergate e raccontato storie che dovevano essere raccontate, che ci hanno aiutato a capire il nostro mondo e comprenderci l’un l’altro un po’ meglio”.
E’ morto a 93 anni dopo aver fatto del Washington Post un giornale mondiale