ROMA – Aveva 67 anni Stefano Bonilli, ex giornalista del Manifesto che, nel 1986, insieme a Luigi Veronelli, Gianni Brera, Mario Soldati e pochi altri, diede impulso in Italia ad un nuovo modo di parlare – e scrivere – della buona tavola: nasceva la guida enogastronomica del Gambero Rosso che, nel giro di poco, sarebbe diventata la Bibbia dei ristoratori e degli amanti del mangiar bene.
E’ morto ieri sera Bonilli, con molta probabilità a causa di un infarto, dopo essere stato ricoverato, sabato scorso, in seguito ad un malore.
Giornalista politico e cronista del Manifesto dal 1971, Bonilli si appassionò ben presto alla cultura del buon cibo, che lo ha accompagnato sino alla fine: dopo la rottura, nel 2008, con il Gambero Rosso, che diresse per 22 anni, e lo Slow Food, l’associazione di buongustai nata come Arci Gola sulle fondamenta del Gambero e di cui Bonilli fu tra i firmatari, si dedicò al suo blog, il “Paperp Giallo”. Per poi azzardare la creazione di un magazine online, la “Gazzetta gastronomica”, diventato in poco tempo un punto fermo e autorevole nel campo dell’informazione gastronomica. E non solo in Rete.
Passione e competenza, le sue, che lo avevano portato, in questi giorni, a scrivere un nuovo libro sulla storia della cucina italiana del dopoguerra e a lavorare contemporaneamente ad un appuntamento in programma il 20 settembre a Bologna, con all’orizzonte l’ennesima sfida: lanciare una nuova editoria enogastronomica.
“Stefano non amava i funerali, le cerimonie e i formalismi”, scrivono i colleghi della sua “Gazzetta gastrnomica”, aggiungendo: “Ha sempre evitato l’ufficialità. Quando tutti rispondevano ai cosiddetti obblighi sociali, lui si allontanava silenzioso, con un’eleganza tutta sua. Per questo per Stefano Bonilli non ci saranno funerali”.
Fondatore della guida e del giornalismo enogastronomico italiano, aveva 67 anni