WASHINGTON (Usa) – Il giornalismo televisivo statunitense ha perso uno dei suoi migliori interpreti: si è spento, all’età di 82 anni, Bernard Shaw, ex conduttore della CNN. La morte, avvenuta in un ospedale di Washington, ha avuto come causa una polmonite che la famiglia dello scomparso ha voluto specificare non essere conseguenza del Covid-19.
Shaw è stato il primo capo conduttore della CNN, al cui progetto iniziale aveva collaborato, entrando a fare parte della redazione della rivoluzionaria tv all news sin dalla sua prima trasmissione, il primo giugno 1980. Si era ritirato dalla CNN, dopo più di 20 anni, il 28 febbraio 2001.
La sua carriera, per molti colleghi semplicemente leggendaria, fu caratterizzata dai racconti che fece di eventi epocali, quali la rivolta studentesca in piazza Tienanmen nel maggio 1989, a Pechino, la prima guerra del Golfo – dove, nel 1991, trasmetteva in diretta da Baghdad sotto le bombe – e le elezioni presidenziali del 2000.
Molto della stima e dell’affetto di cui Bernard Shaw godeva dicono le parole con le quali la sua morte è stata annunciata al presidente e amministratore di CNN, Chris Licht, ricordando che, anche dopo essersi ritirato, quella del giornalista è stata una voce che ha spiegato ai telespettatori molti eventi storici, anche recenti.
Shaw, nato il 22 maggio 1940 a Chicago, prestò per quattro anni servizio nel Corpo dei Marines e, quando ancora doveva intraprendere la professione, chiese dei consigli a Walter Cronkite, leggenda del giornalismo televisivo. Mosse i primi passi da giornalista radiofonico a Chicago, intervistando anche Martin Luther King.
Il suo primo lavoro in TV fu come giornalista politico per la CBS, occupandosi tra l’altro dello scandalo Watergate. Diventato corrispondente e quindi capo dell’ufficio della CBS per l’America Latina, si devono a lui e alla sua troupe le uniche immagini aeree, nel 1978, della strage di Jonestown, in Guyana (913 persone, adepti della setta Tempio dei popoli, fondata dal “reverendo” Jim Jones, morirono in un suicidio di massa, in cui furono coinvolti anche molti bambini). Poi passò alla CNN (Cable News Network) di Ted Turner, la prima rete al mondo di notizie televisive aperta 24 ore su 24, una decisione che molti dei suoi ex colleghi ritennero folle.
«Pensavo che fosse l’ultima frontiera nel telegiornale di rete», disse. A Shaw viene spesso attribuito il merito di aver aumentato l’importanza internazionale della CNN e di averla trasformata nel leader delle notizie che è oggi.
Shaw, in una intervista, del 2014, disse che «una delle cose per cui ho lottato era essere in grado di controllare le mie emozioni nel mezzo dell’inferno che scoppiava. Più sono intense le notizie di cui parlo, più freddo voglio essere. Più riduco le mie emozioni, persino il tono della voce perché le persone dipendono da te per la precisione e le descrizioni spassionate di ciò che sta accadendo. E sarebbe un disservizio nei confronti dei consumatori di notizie – siano essi lettori, ascoltatori o spettatori – farmi emozionare e trasportare». (giornalistitalia.it)
Diego Minuti