LECCO – Aronne Anghileri, la più autorevole firma del nuoto della Gazzetta dello Sport, è morto all’età di 87 anni all’ospedale San Raffaele di Milano.
Nato a Galbiate (Lecco) il 29 aprile 1927, era laureato in Legge e, prima di dedicarsi al giornalismo, è stato nuotatore e allenatore della Canottieri Lecco e impiegato alla Banca Commerciale. La professione l’ha cominciata scrivendo per il mensile della Federnuoto. A notarne il talento è stato il maestro Gianni Brera che lo volle prima tra i collaboratori de “Il Giorno” di Milano e, successivamente, lo convinse a lasciare il posto in banca per lavorare alla Gazzetta dello Sport. Quarant’anni di brillante carriera, fino alla pensione nel 1994, che la “rosea” gli ha riconosciuto con grande onore definendolo “il più grande giornalista italiano di nuoto”. Giornalista professionista, era iscritto all’Ordine della Lombardia dall’1 settembre 1963.
“Con il suo rigore assoluto e la sua precisione a prova di numeri, Aronne – ricorda, infatti, Stefano Arcobelli sulla Gazzetta dello Sport – è stato un grande maestro. Con lui potevi fare solo l’allievo. Aveva una competenza assoluta, e non solo di nuoto. Pallanuoto, tuffi, scherma, sport invernali, canottaggio: la sua attività era a 360°, completa”.
Aronne Anghileri, che nel novembre aveva perso la moglie Regina Mercanti, lascia la figlia Maria Luisa. Appena un mese fa aveva donato il suo monumentale archivio alla facoltà di Scienze Motorie di Verona.
E’ bene ricordare l’uomo, anche prima del giornalista, quando portò la squadra di una piccola provincia, Lecco, al sommo dell’Italia come team femminile, che si allenava nell’acqua del lago perché non esisteva la piscina.
Nacque una squadra che vantava primati italiani che cadevano con ritmo settimanale. Titoli italiani a bizzeffe.
Ma si ritagliò, tra lavoro e ruolo di allenatore, un posto nella staffetta maschile s.l. della Canottieri, vincendo il titolo italiano Jr in compagnia di suoi due fratelli, Ferruccio e Guido, e del sottoscritto, che venne descritto come “tutto solo in mezzo a tutti quegli Anghileri”. Solo in questo modo sono arrivato alla stampa. Grazie Aronne.