Una vita all’Ansa. Suoi gli scoop sulla morte di Mattei e Sindona. Martedì funerali a Pavia

Addio Annibale Carenzo, decano dei cronisti milanesi

Annibale Carenzo

MILANO – È morto oggi pomeriggio Annibale Carenzo, per decenni giornalista dell’Ansa, decano della cronaca giudiziaria milanese: aveva 85 anni. In pensione dal 1996 aveva continuato a collaborare per diverse testate e l’ultima linea telefonica nella Sala Stampa del Palazzo di Giustizia del capoluogo lombardo era ormai solo a sua disposizione.
Carenzo, nato a Caresana (Vercelli) il 12 settembre del 1934 e iscritto all’Ordine dei giornalisti dal  1 luglio 1958, aveva cominciato la sua attività in quotidiani locali. All’Ansa era arrivato alla fine degli anni ’60 e dal quel momento si è sempre occupato di cronaca giudiziaria. Ha seguito alcune delle più grandi inchieste, da quelle sulle Brigate Rosse alla strage di Piazza Fontana, fino alle prime battute di Mani Pulite.
Suoi diversi scoop. Nel 1962, giovane cronista di un quotidiano locale, fu il primo ad arrivare nelle campagne di Bascapè (in provincia di Pavia), dove era precipitato l’aereo con a bordo il presidente dell’Eni, Enrico Mattei, e intervistò il contadino il cui racconto fu poi fondamentale nel proseguo dell’inchiesta. Era, infatti, il testimone che riferì di aver visto il velivolo scoppiare in cielo. Carenzo fu anche il primo a dare la notizia della morte in carcere per avvelenamento di Michele Sindona. Negli anni era diventato il punto di riferimento di tutti i cronisti giudiziari e si era guadagnato il rispetto di avvocati e magistrati che ancora di recente chiedevano sue notizie.
Finché aveva retto la sua salute due o tre volte alla settimana prendeva il treno da Pavia e raggiungeva il Palazzo di Giustizia, e si sedeva in quello che era ormai diventato il suo posto fisso in sala stampa, davanti ad una scrivania con una vecchia macchina per scrivere sotto il poster di Indro Montanelli. Era presidente onorario del Gruppo Cronisti lombardi.
“Eravamo talmente abituati a vederlo lì – ha raccontato una collega – che quando non arrivava eravamo quasi preoccupati e alle volte abbiamo telefonato a casa sua per assicurarci che stesse bene”.
Disponibile, ironico, sapeva affrontare il lavoro con impegno ma anche con distacco. Era diventato famoso anche il suo modo di presentarsi: “Buon giorno sono un certo Annibale Carenzo”. Sposato, una figlia, era molto appassionato di musica. Raccontava spesso che da giovane aveva scritto dei testi poi finiti nelle canzoni di Mina. I funerali si svolgeranno martedì a Pavia. (ansa)

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