ROMA – È morta a Roma, per una grave malattia, la giornalista Lara Facondi. Aveva 41 anni ed ha dedicato la sua vita alle battaglie per la legalità e la cultura e alla sensibilizzazione dei giovani sui temi sociali militando, tra l’altro, nell’associazione antimafie “Da Sud” e nell’associazione “Incontradonna onlus” che si occupa della prevenzione del tumore al seno. In occasione della morte della collega Nadia Toffa ha scritto che «la malattia è un fatto umano, non qualcosa di estraneo da combattere e vincere».
Nata il 10 aprile 1979, era giornalista professionista iscritta all’Ordine d’Abruzzo il 4 marzo 2014.
Laureata in psicologia clinica e di comunità, viveva a Roma dal 1997. Dal 2011 al 2014 ha lavorato nella redazione del Nuovo Paese Sera, per poi continuare come freelance occupandosi prevalentemente di sociale, cultura, spettacoli ed editoria, anche negli uffici stampa. Appassionati i suoi servizi nei campi rom con l’Arci e le sue collaborazioni in cronaca con “Il Quotidiano della Sera”, “Gli Stati Generali”, “Dire donne”,
Cofondatrice dell’agenzia letteraria Maestri e Margherite, ha collaborato con Tropicodellibro.it. e partecipato al libro collettivo “Roma tagliata male” (edizioni Terre libere – Dasud) sul sistema droga nella Capitale curato da Danilo Chirico con Rosamaria Aquino, Diego Carmignani, Marco Carta, Danilo Chirico, Lara Facondi, Eleonora Farnisi, Chiara Gelato, Vincenzo Imperitura, Lorenzo Luca Manzi, Misuraca, Ambra Murè, Luca Salici, Igiaba Scego e Carmen Vogani. Ed ancora all’istant ebook “LaSciaoRaddoppia” edito da Round Robin. La sua ultima “ossessione” sono stati i nuovi modelli di comunità, dalle social street agli ecovillaggi.
Colonna dell’associazione antimafie “Da Sud”, che la ricorda come «la più bella tra le nostre rose instancabile, sempre presente con generosità in ogni battaglia di questa città, soprattutto quelle che tutti gli altri consideravano perse».
«Non c’è stato il tempo – scrive Da Sud – di un ultimo saluto, di un ultimo abbraccio, ma non è questo che avresti voluto – conosciamo bene il tuo pudore e la tua riservatezza. Intelligente e appassionata, curiosa e modesta come pochi. Sempre col sorriso. Con due occhi azzurri, grandi e belli, tanto quanto il tuo coraggio, la tua forza, la tua tenacia. Rialzarsi, andare avanti, non arrendersi mai e guardare sempre al mondo come un posto pieno di opportunità da cogliere. Questo ci hai insegnato come donna, militante, giornalista e insaziabile amante della lettura. Questo è ciò che veramente conta, perfino oggi che per tutti noi è un giorno di indicibile dolore e tristezza».
E sul cancro Lara diceva: «Dare una veste meno macabra alla malattia è possibile. Non perché il tumore sia un dono, ma perché si può scegliere il modo in cui vivere il proprio tempo, nonostante la malattia». (giornalistitalia.it)