ROMA – Si è spento questa mattina a Roma Vito Annicchiarico, il piccolo Marcello in Roma Città Aperta di Roberto Rossellini, Premio Nastro d’Argento Speciale 2016, ha lavorato con Anna Magnani, Aldo Fabrizi e Aroldo Tieri oltre ai più grandi registi come Vittorio De Sica, Gennaro Righelli, Antonio Gambino e Mario Soldati. Non solo Rossellini, ma presente anche in teatro, in una pièce di Luigi Pirandello, L’uomo la Bestia e la virtù.
Nato a Grottaglie nel 1934, dopo la Liberazione con il padre disperso in Etiopia per aiutare la madre, nel dopoguerra come tanti altri ragazzini, faceva lo sciuscià. È proprio lui che conduce Rossellini nei luoghi in cui fu girato il film, perché il maestro del Neorealismo, gli dice: Fammi vedere dove vivi, portami nella chiesa dove vai a fare il chierichetto, fammi vedere l’Oratorio dove vai a giocare a pallone: questi luoghi sono i luoghi del cuore di Vito, è il Pigneto dove viveva con la madre e i sui fratelli, Liliana e Aldo.
Rossellini lo porta con sé anche durante le riprese di Paisà, tra Napoli, Maiori, Minori. Avrebbe dovuto girare alcune scene, ma – racconta – “Come succede ai ragazzi attorno all’età della pubertà improvvisamente ero cambiato. Non avevo più l’aspetto di un ragazzino, magari smagrito dalla povertà”, e la parte fu quindi affidata ad Alfonsino Pasca, ma lui rimase legato a Rossellini di cui diceva: era un pezzo di pane”, espressione tipica romanesca. L’idillio per Anna Magnani durò per sempre. Quando parlava di quel periodo cinematografico e pensava al film si commuoveva sempre.
La sua carriera cinematografica si interrompe nel 1950, dopo il diploma inizia infatti a lavorare in una multinazionale americana, dove rimarrà fino alla pensione, come tecnico hardware, paradossalmente è tra i primi ad avere a che fare con i computer.
La madre non aveva voluto che andasse in America dove una grossa produzione di Rod Geiger, il soldatino che aveva portato la pellicola di Roma Città Aperta in America, e attraverso la quale gli americani scoprirono oltre il cinema italiano, che il popolo in Italia subiva il nazifascismo, non era fascista. la produzione gli avrebbe pagato gli studi, e l’avrebbe fatto continuare a lavorare. Ma la madre non voleva lasciarlo andare, e nel frattempo anche il cinema di Rossellini era cambiato: il ciclone Ingrid Bergman l’aveva travolto. Mamma Linda desiderava che suo figlio studiasse.
Poi di colpo nel 2005 lo cerca dopo tanti anni il figlio di Aldo Venturini, Claudio, per proporgli un nuovo progetto: girare con Laura Muscardin “I figli di Roma Città Aperta”. Ancora i docu-film non avevano la diffusione di oggi e Vito ripercorre tutti i luoghi in cui fu girato il film raccontando aneddoti ed episodi legati a quel periodo storico. Il docu-film della produzione Nuvola film di Amedeo Bacigalupo, vinse un premio al Tribeca Film Festival di Robert De Niro.
Successivamente la pubblicazione a cura di Simonetta Ramogida di “Roma Città Aperta” Vito Annicchiarico racconta il set con Anna Magnani, Aldo Fabrizi, Roberto Rossellini, edito da Gangemi, raccoglie aspetti ancora inediti e testimonianze di quel periodo intensissimo del Neorealismo di cui il piccolo Marcello prese parte anche a film come Abbasso la Miseria! Ed Abbasso la Ricchezza, Domani è troppo tardi, e infine, Chi è Dio.
Partecipa anche al film “Cuore”, con Vittorio De Sica, e a “Un mese di onestà” di Domenico Gambino. Di Rossellini, dirà: “Per me era come un padre”. Il suo, di padre mentre girava il film era in Etiopia a combattere nell’esercito italiano. La sua grande umanità lo porta a intrattenere un rapporto epistolare con Mario Gullace, il figlio di Teresa Gullace, la martire cui Rossellini si ispira per girare il film, e successivamente all’altro figlio: Umberto Gullace che vedrà per la prima volta in occasione della presentazione del libro su Roma Città Aperta.
Con grande emozione, il piccolo Marcello, incontra il bambino “vero” di Roma Città Aperta… Una pagina di storia cinematografica, girata col cuore.
Nel 2016, in occasione della ricorrenza dei 70 anni del Sindacato dei Giornalisti Cinematografici (Sngci) gli viene assegnato il Nastro d’Argento “Speciale” che proprio nel 1946 fu riconosciuto ad Anna Magnani e a Roberto Rossellini. Nel 2011 Alberto Crespi lo aveva voluto nel docu-film “Voi siete qui” con la regia di Francesco Mattera. Anche a Grottaglie viene ricordato con affetto e con la consapevolezza di avere dato i natali ad un uomo che è entrato nella storia del cinema mondiale senza volerlo, in punta di piedi, ma lasciando un ricordo bellissimo in tutti noi. (giornalistitalia.it)
Simonetta Ramogida