ROMA – È morto ieri a Roma, all’età d 75 anni, Franco Venturini, da 36 anni giornalista del Corriere della Sera che ne dà notizia oggi con un ricordo di Paolo Fallai. Era nato a Venezia, il 26 luglio 1946, figlio di un diplomatico di carriera, aveva girato il mondo per poi laurearsi in Scienze politiche alla Sapienza di Roma.
Giornalista professionista iscritto all’Ordine del Lazio dal 23 novembre 1971, corrispondente in Russia, aveva raccontato la stagione di Gorbaciov, ma la sua carriera era iniziata nella redazione romana del Gazzettino, negli anni ’70, per poi passare al Tempo come capo del servizio Esteri e fare «l’inviato di punta che segue la caduta dei colonnelli in Grecia, la rivoluzione dei garofani in Portogallo, la nascita di Solidarnosc in Polonia».
Nel 1986 l’arrivo al Corriere della Sera come corrispondente da Mosca dove segue la stagione di Gorbaciov. «Il suo ultimo editoriale, intitolato “Il pericolo più grande” è uscito il 7 marzo. Con chiarezza – ricorda Fallai – parlava di questa «guerra che invade le nostre coscienze, che ci assale con le immagini dei morti e dei profughi, soprattutto dei bambini. Sappiamo che in questa come in quasi tutte le guerre c’è un aggressore e un aggredito, che il colpevole si chiama Vladimir Putin».
«La Russia – ha scritto Venturini – che rischia di perdere in Ucraina non va umiliata, va battuta con una pace degna. Sapendo che dovremo comunque affrontare il ritorno della guerra fredda in Europa, e che il costo sarà molto alto anche per noi, non soltanto in termini di spese per la difesa o di più difficili rifornimenti energetici. Ma anche la vecchia guerra fredda aveva le sue regole, e per questo non diventò mai calda». «Questo era Franco Venturini», ha commentato Fallai esprimendo ai suoi cari e in primo luogo ai figli Federica, Marco e Vittoria, l’abbraccio del Corriere della Sera.
Dal canto suo, il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha espresso il suo cordoglio ricordando che Franco Venturini «è partito da Venezia e, passando per la redazione romana del Gazzettino, ha scalato le vette del giornalismo nazionale. Il Veneto piange un suo figlio che ha dato lustro a una professione sempre più difficile e sempre più importante, forse mai come in questo momento, informare correttamente la gente, proporre idee e riflessioni. Insomma, fare il bravo giornalista». (ansa)
I funerali saranno celebrati a Roma martedì 5 aprile, alle ore 11, nella Chiesa di San Luigi dei Francesi.