BERGAMO – “L’Eco di Bergamo” in lutto per la scomparsa di Francesco Lamberini. «Aveva un carattere solare e grazie al suo spiccato senso dell’umorismo – ricordano commossi i colleghi de L’Eco stringendosi alla famiglia – le sue battute avevano la capacità di mettere tutti di buon umore. Arrivava in redazione sempre con il sorriso sul volto. Amava stare in compagnia dei colleghi e capitava che, dopo la chiusura del giornale, anche a notte fonda, ci invitasse a casa sua per mangiare qualcosa tutti insieme».
Nato a Roma il 5 gennaio 1950, Francesco Lamberini era giornalista professionista iscritto all’Ordine della Lombardia dal 21 maggio 1974.
Il suo ricordo è stato affidato dal quotidiano bergamasco a Clementina Gotti, compagna di una vita: «Francesco mi ripeteva spesso che, nonostante la fatica della sua professione, non avrebbe mai cambiato lavoro. Gli piaceva troppo scovare le notizie, scrivere, stare con i colleghi in redazione, vivere ogni giornata in modo diverso perché anche questo, diceva, era il fascino del giornale e del giornalismo».
Originario di Roma, del quartiere Testaccio, cosa di cui andava orgoglioso, ma ormai era diventato bergamasco d’adozione. Arrivò a Bergamo nel 1979 e iniziò subito a lavorare a quello che una volta era il Giornale di Bergamo e quando il quotidiano chiuse iniziò a lavorare a Bergamo Oggi per poi passare a collaborare con L’Eco di Bergamo.
«Come giornalista – ricorda ancora Clementina – esordì al Giornale d’Italia di Roma, poi collaborò anche con quotidiani come Avvenire, La Nazione, La Notte, per poi essere assunto al Giornale di Bergamo dove si occupava di cronaca, ma anche di curare gli speciali. E a Bergamo Oggi si occupò anche di Interni ed Esteri. Era una persona molto precisa e scrupolosa che amava conservare la memoria di tutto quanto scriveva. Negli anni infatti aveva dato vita a un vero e proprio archivio di tutti i suoi lavori. Sempre disponibile con tutti, appena poteva fare un favore non si risparmiava».
Francesco Lamberini era anche uno scrittore, aveva, infatti, dato alle stampe il libro «Giù al Nord: stalle, dialetto e strade sterrate: un segretario comunale racconta» (Ed. Tecnograph, Bergamo). Nel libro raccontava la storia professionale di un segretario comunale di Ariano Irpino che, assegnato a un Comune del Nord, precisamente ad Almenno San Bartolomeo, vi rimane per quasi 40 anni. Il libro suscitò molta curiosità, tanto da meritare la prefazione dell’allora prefetto, Camillo Andreana, anche lui oriundo campano finito «Giù al Nord». (giornalistitalia.it)
L’Eco di Bergamo piange il suo collaboratore che metteva tutti di buon umore