Messinese trapiantato a Roma lascia in eredità affetti e grandi insegnamenti

Addio al giornalista Domenico Maria Ardizzone

Domenico Maria Ardizzone

ROMA – È morto a Roma, all’età di 92 anni, Mimì Ardizzone, giornalista messinese di notevole caratura. È stato capo cronista della Tribuna del Mezzogiorno, per anni il secondo quotidiano di Messina, assieme ad un gruppo di bravi giornalisti: Pietro Giorgianmi che fu anche direttore della Notte a Milano, i fratelli Fudoli, Pucci Gullo e l’indimenticabile Stelio Vitale Modica e tanti altri. Alla chiusura del giornale “emigrarono” quasi tutti in importanti giornali italiani.
Nato a Messina il 31 maggio 1926, Domenico Maria Ardizzone era giornalista professionista iscritto all’Ordine del Lazio dal 1 luglio 1961. La sua passione per il giornalismo era nata in famiglia. Aveva, infatti, cominciato a lavorare, nel 1946, nella redazione di Messina del quotidiano Giornale di Sicilia sotto la guida del padre, Giuseppe Maria Ardizzone.
Collaboratore di quotidiani ed agenzie di stampa (Agi, Reuters, Associated Press) e uffici stampa, è stato co-autore del Cinegiornale Sicilia e di cine-documentari sulla ricostruzione post-guerra, realizzati per conto del Ministero dei lavori pubblici.
Cronista alla Gazzetta del Sud, poi alla Tribuna del Mezzogiorno. Nel 1965 passava alla redazione siciliana della Rai e nel 1976, con la nascita del GR3, veniva chiamato a Roma per curare rubriche e inchieste di attualità culturale e internazionale.
Per oltre un decennio, fino al 1993, ha firmato il quotidiano radiofonico “Succede in Europa” e – in collaborazione con la Bbc, la Radio televisione tedesca e altre emittenti europee – le rubriche settimanali “Europa”, “Quadrante Internazionale” e “Press House”, rassegna della stampa estera, prima del genere in Italia.
Ha fatto parte dell’European Press Club e ha collaborato con l’Unipax, Ong associata al dipartimento dell’informazione pubblica delle Nazioni Unite.
Esperto di problemi comunitari, tra i fondatori dell’Associazione dei Giornalisti Europei nel 1961, era ancora portavoce della sezione italiana e membro del Consiglio direttivo con l’incarico di curare la newsletter destinata agli associati.
Lascia la moglie Maria Luisa Starrentino ed i figli Giuseppe e Guglielmo. A chi lo ha conosciuto e gli voluto bene lascia una grande eredità di affetti e grandi insegnamenti. (giornalistitalia.it)

 

 

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