LOS ANGELES (Usa) – Il fotografo statunitense Henry Wessel jr., celebre autore di reportage dedicati alla vita in California, con scatti in bianco e nero traboccanti di luce e umore, è morto nella sua casa di Point Richmond, in California, all’età di 76 anni, in seguito ad un tumore ai polmoni. L’annuncio della scomparsa, avvenuta giovedì scorso, è stato dato oggi da un portavoce della famiglia.
Wessel è stato uno dei capofila del movimento dei cosiddetti “New Topographics”, che alla metà degli anni ‘70 proposero una nuova prospettiva della fotografia paesaggistica mettendo a fuoco la documentazione oggettiva dei luoghi. Con le sue fotografie Wessel, dal taglio preciso e nitido, ha raccontato per quasi mezzo secolo la vita quotidiana nella parte ovest degli Usa, diventando uno dei fotografici “minimalisti” di culto tra i cosiddetti “nuovi topografi”.
Nella primavera del 1975 si verificò un “evento artistico” destinato a mettere in crisi tutte le precedenti letture delle relazioni intercorrenti fra il paesaggio e la sua rappresentazione attraverso il mezzo fotografico.
A Rochester, presso l’International Museum of Photography, venne organizzata la mostra “New Topographics – Photographs of a Man-Altere Landscape”, dove espostero insieme a Wessel, Robert Adams, Lewis Baltz, Bernd ed Hilda Becher, Joe Deal, Frank Gohlke, Nicholas Nixon, John Schott e Stephen Shore.
Nato il 28 luglio 1942 a Teaneck, nel New Jersey, Wessel studiò arte e fotografia alla Pennsylvania State University e alla State University of New York di Buffalo. In seguito si trasferì a San Francisco, iniziando a viaggiare per la California e gli altri stati occidentali documentando con la sua Leica 35mm la semplice vita quotidiana degli americani, in luoghi comuni e mai spettacolari.
La sua prima mostra personale è stata curata da John Szarkowski al Museum of Modern Art di New York nel 1972. Tre anni dopo Wessel fu uno dei dieci fotografi inclusi nella influente mostra “New Topographics”.
I suoi lavori sono stati esposti, in seguito, in musei di tutto il mondo, tra i quali la Tate Modern e il Victoria and Albert Museum di Londra, il J. Paul Getty Museum e il Museum of Contemporary Art di Los Angeles e il San Francisco Museum of Modern Art. Wessel era professore emerito del San Francisco Art Institute, dove ha insegnato arte fotografica dal 1973 al 2014.
I “Nuovi Topografi” attuavano un approccio fotografico che non voleva, deliberatamente, avere pretese artistiche e si poneva in aperto contrasto con la visione popolare della “wilderness” di Ansel Adams.
Henry Wessel, in particolare, sceglieva pose fotografiche precise e oggettive per evidenziare il soggetto, ritraendolo con precisione e valorizzandone le caratteristiche. Inoltre amava fotografare indistintamente persone o luoghi utilizzando il medesimo taglio fotografico volutamente distaccato e freddo, mascherando tuttavia una sapiente scelta a priori dell’inquadratura voluta. I soggetti, infatti, sono sobri, distinti e mai esasperati. (adnkronos)