BARI – Se n’è andato nel giorno nel giorno di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, Don Tommaso Antonio Mastrandrea. Aveva 78 anni ed era, da tempo, malato. Per questo era ricoverato all’ospedale di Bari dove si è spento alle 7 di stamane.
Sacerdote paolino, era conosciuto da migliaia di bambini e adolescenti come lo “Zio Giò” del Giornalino, il settimanale delle Edizioni San Paolo, appunto, che, con i suoi 97 anni di storia, è il più antico periodico per ragazzi in Europa. Don Tom, come lo chiamavano tutti, lo ha diretto per oltre vent’anni, dal 1976 al 1999.
Originario di Grumo Appula, in provincia di Bari, Don Tom era diventato sacerdote nel 1968 e nel ’76 era approdato al Giornalino dove ha ideato e scritto numerose sceneggiature a tema religioso, tra le più note la “Bibbia a fumetti”, “È lui”, “Paulus”, “Il segreto dei quattro codici sulla vita” e l’opera del fondatore della Società San Paolo, il beato don Giacomo Alberione.
Dal 1999 era a Torino dove ha guidato la Saie, la società commerciale della San Paolo. È stato anche direttore di “Famiglia tv” e delle emittenti Telenova e Novaradio. Ma è al Giornalino che il suo nome è stato più che mai e resterà sempre legato perché, sotto la sua guida, il settimanale raggiunse le 240mila copie di diffusione, intorno alla metà degli anni Ottanta, tra l’altro in un momento di profonda trasformazione e crisi dell’editoria per ragazzi.
Fu lo stesso Don Tommaso a rivelare la “formula vincente”, come ricorda oggi Famiglia Cristiana, dando la notizia della sua scomparsa: «La stessa del primo numero, ottant’anni fa, cioè il fatto di essere un settimanale educativo, pur nell’intrattenimento. E con una capacità specifica: quella di parlare lo stesso linguaggio dei ragazzi – fatto di giochi, fumetti, spensieratezza – e insieme di insegnare le cose utili, andando incontro alla loro crescita, al loro sviluppo».
E alla domanda su quale fosse il metodo migliore per entrare in sintonia con i bambini e i ragazzi – ricorda ancora Famiglia Cristiana – il direttore del Giornalino rispose: «Con la capacità di raccontare. È questa la grande magia di un giornale, per i grandi come per i piccini. Occorre sottoporre alla loro attenzione, con garbo e ironia, il buono e le cose belle e autenticamente vere della vita. Se il Giornalino continuerà a raccontare tutto questo non perderà mai la partita con i nuovi mezzi di comunicazione. Sarà invece una scelta in più, un’opportunità di dialogo. Sarà loro complementare, ma su un piano di assoluta parità. Questo, ovviamente, dipende molto dall’editore: deve credere in un settimanale per i ragazzi, che sia un fiore all’occhiello, non una Cenerentola. Ed è una capacità che storicamente è nel Dna della Periodici San Paolo». (giornalistitalia.it)