BOLOGNA – Se n’è andato, all’età di 85 anni, a Bologna Piero Buscaroli, musicologo e giornalista, docente al Conservatorio (insegnò a Torino, Venezia e poi Bologna) e critico musicale.
Una vita “divisa” tra la grande musica e il mondo dell’informazione, quella di Buscaroli, che lascia importanti tracce di sé nella cultura, quella con la “C” maiuscola del nostro Paese.
Nato a Imola il 21 agosto del 1930, Buscaroli, come giornalista, fu anche inviato di guerra in Palestina, in Vietnam e a Praga per la “Primavera” del ‘68.
Scrisse per 22 anni per “Il Borghese” di Leo Longanesi, firmandosi con lo pseudonimo di Hans Sachs in onore del cinquecentesco Meistersinger di Norimberga celebrato da Wagner. Poi per il “Il Giornale” di Indro Montanelli dove la sua rubrica “La stanza della musica” ottenne grande successo. Anche in questo caso si firmava con uno pseudonimo, Piero Santerno. Fu anche direttore de “Il Roma”, edito a Napoli da Achille Lauro.
Fu sempre considerato un intellettuale fieramente fuori dal coro. Chi lo amava, chi lo detestava, per quel suo voler dire ogni cosa senza infingimenti. Tra i suoi libri, “Dalla parte dei vinti. Memorie e verità del mio Novecento”, quasi un testamento del suo pensiero.
Sul fronte della musica, invece, il suo nome è legato a due monumenti della storiografia musicale, come il volume su Bach (Mondadori 1985) che gli costò 13 anni di lavoro, e la monografia su Beethoven (Rizzoli, 2004). Un altro importante lavoro lo dedicò a Mozart.
L’ultimo saluto a Piero Buscaroli venerdì, 19 febbraio, alle 9, nell’abitazione di Strada Maggiore, a Bologna, con la benedizione di monsignor Lino Goriup.
Giornalista e musicologo, grande intellettuale sempre fuori dal coro, aveva 85 anni