Storico direttore di quello di Novara, poi redattore capo al Corsera, aveva 79 anni

Addio a Marzio Torchio, una vita al Corriere

Marzio Torchio

BORGOSESIA (Vercelli) – Aveva compiuto 79 anni il primo di agosto, ma era stata una festa appannata dal mal di reni che lo tormentava da qualche tempo. Marzio Torchio, storico direttore del Corriere di Novara e poi redattore capo del Corriere della Sera, è morto all’ospedale di Borgosesia dove era stato ricoverato l’altro ieri. Inutili gli sforzi dei medici, che hanno dovuto arrendersi al procedere della malattia. Lascia la moglie Rosalba e due figlie: Grazia e Lara.
Marzio Torchio era stato un protagonista dell’informazione a Novara fin dagli anni del dopoguerra. Da ragazzino aveva cominciato a pubblicare i suoi articoli sui giornali locali per entrare nella redazione del Corriere di Novara dove ha scalato le gerarchie fino a occupare il ruolo di direttore responsabile. Su quella poltrona di numero uno del giornale si è seduto dal 1971 ed è rimasto fino al 1978.
Anni difficili, segnati da agitazioni sindacali che hanno attraversato la provincia, con partiti inquieti che stavano spostando il proprio baricentro alla ricerca di differenti equilibri e con l’ombra del terrorismo che si andava allungando anche in territori di provincia apparentemente lontani.
Poi il trasferimento a Milano nell’altro Corriere per occuparsi (prima) di tematiche sociali e (poi) per un incarico di caporedattore del fascicolo dell’attualità. Aveva anche pubblicato alcuni lavori dedicati alla Resistenza e alla lotta partigiana.
Marzio Torchio era un personaggio singolare. Lo si individuava immediatamente per via dei capelli e della barba “alla moschettiera” che lo faceva sembrare Dartagnian. Eppure, era così schivo da nascondersi ai fotografi e da non volere lasciarsi ritrarre in immagini nemmeno in occasione di ricorrenze familiari. I ritratti che lo riguardano sono datati, ancora in bianco e nero e custoditi nell’archivio storico del Corriere di Novara.
Con la pensione si è trasferito in Valsesia, a Serravalle Sesia, paese d’origine della famiglia ma trascorreva lunghi periodi alla frazione Borca di Riva Valdobbia, nella casa delle vacanze, proprio sotto il monte Rosa.
Di Riva Valdobbia, per una legislatura, è stato amministratore in municipio e aveva accettato l’incarico di presidente dell’associazione “Amici del Fondo” che proponeva un turismo sostenibile e una cultura autentica della montagna. Proprio in montagna si è sentito male al punto da chiedere di essere accompagnato in ospedale, ma la corsa in ambulanza è stata inutile. (giornalistitalia.it)

Un commento

  1. Caro Marzio, nel 1986 fosti il primo giornalista del Corsera che conobbi. Quando era importante frequentare chi aveva da insegnarti in quello che era il nostro splendido mestiere, senza sapere la qualifica che si ricopriva.
    Ricordo la tua velocità nel terminare i pezzi e, a questo proposito, mi raccontasti che a scuola ti capitava, dopo il tuo, di svolgere anche il tema di un compagno di classe… per non annoiarti. Riposa in pace.

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