FIRENZE – Addio a Mario Spezi, giornalista e scrittore, che ha legato la sua notorietà a inchieste e libri sul “mostro di Firenze”. È morto la notte scorsa a Firenze, all’età di 71 anni, dopo una lunga malattia.
Dopo aver esordito nel mondo del giornalismo collaborando con Paese Sera e Nazione Sera, nel 1975 entrò al quotidiano fiorentino La Nazione. Come cronista di nera e giudiziaria, Spezi si è occupato oltre che del “mostro di Firenze”, dell’omicidio di Meredith Kercher a Perugia e del caso della “Circe della Versilia”. Negli ultimi anni ha collaborato con il “Corriere Fiorentino”.
Nato Sant’Angelo in Vado (Pesaro), il 30 luglio 1945, Spezi ha passato la maggior parte della sua carriera indagando sul caso dell’assassino seriale noto come il “mostro di Firenze” – tanto da meritarsi tra i colleghi il soprannome di “mostrologo” – su cui ha scritto centinaia di articoli e una decina di libri, dal primo “Il mostro di Firenze” (Sonzogno, 1983) fino a “Dolci colline di sangue”, in collaborazione con Douglas Preston (Sonzogno, 2006), tradotto in una ventina di lingue. È autore anche della sceneggiatura del film “Il mostro di Firenze”, con la regia di Cesare Ferrario (1986). Ha sempre sostenuto l’ipotesi del killer solitario, escludendo piste esoteriche, che a suo parere avrebbero permesso al vero assassino di sfuggire alla giustizia.
Nel 2006 Mario Spezi venne arrestato, assieme al collaboratore Michele Ruocco, su ordine della Procura di Perugia con l’accusa di depistaggio, calunnia, concorso in omicidio di Francesco Narducci e turbativa di servizio pubblico, proprio in relazione alla sua indagine privata sui delitti del “mostro di Firenze”. Dopo essere rimasto in prigione per 23 giorni, fu completamente scagionato dalla Corte di Cassazione, definendo il suo arresto come privo di fondamento. Su quell’esperienza ha pubblicato il libro ‘Inviato in galera’ (Aliberti, 2007).
Nel 2008 da Mursia ha pubblicato il libro “Undici delitti in attesa di verità”, in cui ha riepilogato il suo lavoro di giornalista d’inchiesta sulla cronaca nera. Tra i suoi libri “Nel buio di una notte di luglio – La misteriosa storia della Circe della Versilia” (Mondadori, 2012).
È autore anche di cinque romanzi: “Il violinista verde” (Marco Tropea Editore, 1996), ‘Il passo dell’orco’ (Hobby & Work, 2006), “Delitti raccontati due volte” (Laurum, 2008), “Un’indagine estrema del commissario Lupo Bevacqua”, Barbera, 2009) e “La moneta del potere ha sempre tre facce” (Barbera, 2011).
Negli ultimi anni Mario Spezi si è occupato del caso Meredith. Nel 2013 ha scritto il libro “Der Engel mit den Eisaugen”, con Douglas Preston, pubblicato solo in Germania per il rifiuto di tutte le case editrici italiane, europee e statunitensi: ricostruisce l’omicidio di Meredith Kercher con una tesi simile a quella del primo processo d’appello del 2011, che vedeva nel solo Rudy Guede il colpevole, assolvendo Amanda Knox e Raffaele Sollecito, come poi è accaduto è accaduto anche con la sentenza della Cassazione.
I due autori avevano già pubblicato un e-book dal titolo “La strega di Perugia” (2011), in cui il caso veniva riletto come una persecuzione dettata da fantasie degli inquirenti, pregiudizi, simpatie personali e misoginia nei confronti di Amanda Knox. (Adnkronos)
Cronista della Nazione, ha legato la sua carriera al “mostro di Firenze”. Aveva 71 anni