ORVIETO (Terni) – È morto ad Orvieto Folco Quilici, documentarista, scrittore, uno dei più influenti pensatori al mondo (come riconobbe Forbes nel 2006) in tema di ambiente e culture. Aveva 87 anni. Figlio del giornalista Nello Quilici e della pittrice Emma Buzzacchi, dopo aver iniziato un’attività di tipo cine amatoriale, Quilici si è specializzato in riprese sottomarine, diventando molto popolare anche al di fuori dei confini nazionali.
Ha studiato regia presso il Centro sperimentale di cinematografia. Suoi film dedicati al rapporto tra uomo e mare, sono stati distribuiti nel mondo: “Sesto Continente” (Premio speciale alla Mostra del cinema di Venezia del 1954), “Ultimo Paradiso” (Orso d’Argento al Festival di Berlino del 1956), Tikoyo e il suo pescecane (Premio Unesco per la Cultura del 1961), “Oceano” (Premio speciale Festival di Taormina del 1971 e Premio David di Donatello 1972), “Fratello Mare” (primo Premio al Festival iInternazionale del cinema marino, Cartaghena, 1974) e “Cacciatori di Navi”, 1991 (Premio Umbria Fiction, 1992).
Nel 1965 la Esso gli affidò la realizzazione di una serie di film sull’Italia filmata dall’alto tramite elicottero. Nel periodo che va dal 1966 al 1978 furono realizzati 14 di tali documentari, tutti aventi come titolo “L’Italia vista dal cielo”. A questi si affiancarono sedici volumi illustrati.
I commenti dei quattordici filmati furono affidati a importanti letterati e storici d’arte dell’epoca come Cesare Brandi, Mario Praz, Italo Calvino, Guido Piovene, Michele Prisco, Ignazio Silone e Mario Soldati. Nei cinema e non solo in Italia, altri suoi film sono stati: Dagli Appennini alle Ande (1959) che vinse la “Concha de lata” al Festival Internazionale di San Sebastian, e Il Dio Sotto la Pelle filmato in tutto il mondo nel 1974.
Nel 1970 ha prodotto “Firenze 1000 giorni”, sull’alluvione del 1967 e l’opera di salvezza del suo patrimonio culturale. Folco Quilici ebbe la nomination all’Oscar nel 1971 per “Toscana”, uno dei quattordici film de “L’Italia dal Cielo” alla quale hanno collaborato nomi di massimo prestigio come Calvino, Sciascia, Silone, Praz, Piovene, Comisso.
Nel 2000, per la rete televisiva franco-tedesca Arte ha prodotto e diretto i lungometraggi “Kolossal” (1999/2000) e “Il mondo di Pinocchio” (2002). Nel 2004, per il Luce, il lungometraggio “L’Impero di marmo” (Premiato al Festival Internazionale del Cinema Archeologico Agon, Grecia, nel 2006) e il film-documentario “L’Ultimo Volo” (Premio Acqui Storia 2010). Successivamente Lazio – Paesaggio e Storia (Premio Bellezze d’Italia 2012).
Per i tredici film della “Serie Mediterraneo” e gli otto di “L’Uomo Europeo”, Quilici ha avuto a fianco lo storico Fernand Braudel e l’antropologo Levi Strauss. Con l’archeologo Sabatino Moscati Quilici ha realizzato due Serie dedicate all’archeologia subacquea “Mare Museo 1988/1992” e “Fenici, sulle rotte di porpora” (1987/1988). Ha prodotto con l’archeologo George Vallet I Greci d’Occidente (1989). Dal 1992 al 1999 ha diretto “L’Italia del XX secolo”, 65 film su testi degli storici De Felice, Castronovo e Scoppola.
Per il suo impegno nella Tv culturale ha vinto numerosi Premi internazionali, Tra i quali nel 1976 quello del “Festival dei Popoli” per il suo lavoro sul mondo primitivo. Successivamente il primo Premio della Critica italiana per gli otto film della serie “Alla Scoperta dell’India” (1968) e per Festa Barocca (1983). Gli era stato anche assegnato il Premio della Critica Francese per “Mediterranèe” (1977).
Dal 2002 collaborava con importanti serie televisive a Sky. Per le trasmissioni sul canale “MarcoPolo” è stato dichiarato “personaggio dell’anno” nel 2006. (agi)
IL MINISTRO DELLA CULTURA FRANCESCHINI: «I SUOI LAVORI, UNA GUIDA PER SEMPRE»
ROMA – «Con Folco Quilici se ne va una delle figure più importanti del giornalismo, – sono le parole del ministro dei Beni e delle Attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, – del documentarismo e della cultura italiana. Un pioniere in tutti i progetti che ha avviato, sempre anni avanti rispetto agli altri, un italiano innamorato del proprio paese e un ferrarese innamorato della propria terra in cui era l’erede della grande tradizione giornalistica del padre Nello. Ci mancherà, ma i suoi lavori resteranno per sempre come guida e insegnamento per le giovani generazioni».
IL MINISITRO DELL’AMBIENTE GALLETTI: «HA RACCONTATO IL GRANDE SPETTACOLO DELLA NATURA»
ROMA – «Con la scomparsa di Folco Quilici perdiamo un grandissimo rappresentante della cultura ambientale. Un testimone – è il messaggio di cordoglio del ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti – e un divulgatore di straordinaria bravura che ha sempre saputo coniugare il rigore scientifico e l’emozione che suscita il grande spettacolo della natura. Quilici è stato in tante occasioni collaboratore del Ministero dell’Ambiente realizzando opere e raccolte fotografiche di immensa suggestione. I suoi lavori resteranno con noi e con le future generazioni a raccontare il meraviglioso patrimonio naturalistico del nostro paese e del pianeta».
IL PRESIDENTE DEL WWF BIANCHI: «IL PIU’ GRANDE NARRATORE DEL MARE»
ROMA – Anche il WWF ricorda con affetto Folco Quilici: «Con Folco Quilici perdiamo un grande maestro – afferma Donatella Bianchi, presidente di WWF Italia –, il più grande testimone e narratore del mare del nostro tempo, il faro che continuerà a illuminare il nostro racconto. Ci mancherà».
Quilici, ricorda il WWF, era un figlio del mare, al quale dedicò gran parte della sua vita, raccontandolo per immagini e pagine indimenticabili. Con i suoi viaggi in giro per il mondo e i suoi bellissimi film ha fatto scoprire le meraviglie degli oceani all’Italia degli anni ’60.
Le sue prime immagini subacquee, artigianali e avventurose, fecero scoprire il mondo sommerso a un’intera generazione, documentando la vita e le abitudini delle lontane civiltà che del mare e con il mare vivevano. Negli anni 70 con i suoi documentari ha raccontato anche le bellezze del Belpaese, con la serie “L’Italia vista dal cielo”.