GIULIANOVA (Teramo) – È morto ieri negli Usa il giornalista italo-americano Benny Manocchia, all’anagrafe Benito, figlio di Francesco e fratello di altri due famosi giornalisti: Franco (corrispondente del Corriere della Sera da Roma) e Lino, giornalista sportivo e corrispondente della Rai negli Usa.
Il 10 maggio avrebbe compiuto 87 anni, visto che era nato il 10 maggio a Giulianova, ma una pregressa malattia lo aveva costretto al ricovero presso una clinica privata di Old Saybrook, nello Stato del Connecticut. Lascia due figlie, Sondra e Cristina.
Recentemente, grazie all’impegno dei giornalisti Giampiero Manocchia (nipote) e Walter De Berardinis, aveva deciso di dare alle stampe la sua autobiografia, “Cronache americane”, edita dalla La Mezzelane di Santa Maria Nuova (Ancona).
Figlio d’arte, aveva appreso il mestiere dal papà Francesco e successivamente dai fratelli Franco e Lino. In Italia, prima di abbandonare il Paese nel 1955, scrisse per il Corriere dello Sport, Momento e Momento sera. Arrivato negli Usa, dopo un po’ di gavetta nei quartieri di New York, dove la presenza degli italiani era forte, iniziò con il settimanale ABC e come corrispondente per il Corriere e la Tribuna Illustrata.
Poi arrivò il salto di qualità quando firmò il contratto come corrispondente per Rusconi in America fino al passaggio con i francesi. I suoi pezzi finirono sulle pagine di Gioia, Gente, Gente Motori, Scienza e Vita Nuova e il quotidiano La Notte.
Nel 1971 pubblico un libro che fece scandalo, “Il prete di cosa nostra”, seguirono: “Indagine su 10 squillo di lusso”, “Voodoo” (andò ad Haiti). Scrisse anche la biografia di Lana Turner.
«Perdo un caro amico e collaboratore – dichiara il collega Walter De Berardinis –, avevo ritrovato recentemente documenti sul bombardamento del 29 febbraio 1944 degli alleati su Giulianova, quando il papà morì e lui si salvò, nonostante 32 schegge conficcate sul corpo». (ansa)