MESSINA – La prima sezione penale del Tribunale di Messina presieduta da Silvana Miranda Grasso ha condannato la giornalista Valeria Arena ad un anno e 4 mesi di reclusione, le giornaliste Alessandra Ziniti e Laura Oddo e la dirigente del Policlinico Giuseppa Sturniolo ad un anno, pena sospesa, nel processo nato dall’inchiesta su un presunto concorso truccato nel 2011 per un posto di addetto stampa al Policlinico di Messina.
Al concorso partecipavano 4 candidati. Ziniti, Oddo e Sturniolo che facevano parte della commissione esaminatrice sono state condannate per abuso d’ufficio, mentre Arena, vincitrice della selezione, per abuso d’ufficio e falso. Sempre nello stesso processo è stato assolto perché il fatto non sussiste l’ex direttore generale del Policlinico di Messina, Giuseppe Pecoraro, anche lui accusato di abuso d’ufficio nel 2014, per aver prorogato mesi prima della scadenza l’incarico all’Arena. Le imputate sono state dichiarate interdette temporaneamente dai pubblici uffici per la durata della pena principale a ciascuna inflitta.
L’indagine era nata dopo le denunce del giornalista Gianluca Rossellini, secondo alla selezione pubblica del 2011, che aveva rilevato delle irregolarità negli atti della commissione che secondo lui avevano avvantaggiato l’Arena. Tra l’altro, Rossellini aveva evidenziato il fatto che la commissione non aveva escluso l’Arena dal concorso, nonostante quest’ultima avesse firmato con nome e cognome una prova scritta della selezione pubblica.
Il Tribunale ha condannato Arena, Sturniolo, Oddo e Ziniti al pagamento di una provvisionale immediatamente esecutiva di seimila euro, e alle spese processuali della parte civile quantificandole in 3500 euro. Rossellini era stato riconosciuto parte civile durante il processo dov’era rappresentato dall’avvocato Lillo Massimiliano Musso. Il pm aveva chiesto ieri l’assoluzione per tutti gli imputati. (ansa)
L’avvocato di Valeria Arena: “Sentenza sbalorditiva”
“Una sentenza sbalorditiva: il processo ha accertato che Valeria Arena non aveva mai visto e conosciuto nessuno della Commissione, i cui componenti erano stati nominati esternamente, e non era mai entrata al Policlinico”. È il commento dell’avvocato Nunzio Rosso, legale di Valeria Arena. “Abbiamo, inoltre, prodotto una sentenza della Cassazione – aggiunge Rosso – che ha escluso nel caso di specie che si trattasse di un concorso pubblico limitandosi ad affermare che si tratta di una selezione regolata da norme di diritto privato”.
L’avvocato spiega che “durante il processo è emerso che la Arena si era accorta di aver commesso l’errore di firmare la prova dicendolo pubblicamente. La Commissione ha deciso di proseguire perché non c’era alcun limite rispetto a questo. Tramite dichiarazioni di terzi è stato dimostrato che la prova consegnata della Arena era stata brillante, consideri che il pubblico ministero che ha sostenuto l’accusa e il rinvio a giudizio aveva chiesto l’assoluzione per tutti”.
“Ovviamente – conclude Nunzio Rosso – presenteremo appello ma anche se non venisse fatto per qualunque motivo la cliente non avrebbe nessuna conseguenza perché la sanzione accessoria segue le sorti della pena principale. Per quest’ultima è stato concesso il beneficio della sospensione condizionale. In termini pratici non si ha alcuna ricaduta fino a che la sentenza non passa in giudicato, cioè dopo la Cassazione”.