La Fnsi: “Decisivo per l’informazione di qualità e la tutela del lavoro giornalistico”

Accordo Fieg–Google in nome dell’innovazione

Maurizio Costa, presidente Fieg, e Carlo D’Asaro Biondo, manager di Google

Maurizio Costa, presidente Fieg, e Carlo D’Asaro Biondo, manager di Google

ROMA – Un accordo strategico di collaborazione volto a promuovere un approccio innovativo per la stampa italiana nell’era digitale: è l’obiettivo dell’intesa che vede protagonisti la Federazione italiana editori giornali (Fieg) e Google.
«Si tratta di un accordo quadro – ha dichiarato, nel darne l’annuncio, il presidente della Fieg Maurizio Costa – che consente ai nostri associati, interessati a sfruttare le condizioni offerte, di ottenere significativi vantaggi, per un valore complessivo, stimato in caso di adesione di una parte rilevante degli editori Fieg, di circa 40 milioni di Euro al terzo anno».
«Un’intesa – ha detto ancora Costa – che facilita ulteriori prospettive di crescita per le aziende editoriali italiane, rafforzando la tutela e la valorizzazione dei loro prodotti e la loro capacità di sviluppare forme di comunicazione multimediale».
L’accordo prevede anche un investimento di base di 12 milioni di euro da parte di Google nel triennio che verrà realizzato in collaborazione con gli editori associati Fieg, i quali avranno accesso a strumenti e formazione su diverse aree strategiche.
«L’accordo fra Fieg e Google rappresenta un passo decisivo verso l’innovazione delle aziende e dei prodotti editoriali – commentano Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Fnsi, – e getta le basi per garantire informazione di qualità e tutelare il lavoro giornalistico, a prescindere dalle piattaforme. Questo processo non può però prescindere dalla valorizzazione del lavoro giornalistico e dalla lotta al precariato».
«Il lavoro giornalistico in tutte le sue declinazioni – spiegano i vertici della Fnsi – non è una variabile indipendente, ma deve assumere un ruolo centrale. Investire nell’innovazione e nella qualità è essenziale, ma senza una chiara volontà di puntare sull’occupazione regolare, rendendo progressivamente marginali le forme di lavoro precario e atipico, c’è il rischio di indebolire tutto il sistema. L’allargamento della platea degli occupati e il rafforzamento dei diritti e delle tutele per tutti i giornalisti è un punto centrale del negoziato contrattuale: è auspicabile che gli editori sappiano e vogliano raccogliere la sfida. In caso contrario, ogni operazione si rivelerà di cortissimo respiro».

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