FIRENZE – Accordo per la Cig in deroga con causale Covid-19 per i due giornalisti dell’Ufficio Stampa della sede fiorentina della Giunti Editore. Il verbale di esame congiunto è stato firmato dall’Associazione Stampa Toscana, rappresentata dal tesoriere Stefano Fabbri, consigliere nazionale Fnsi, su delega del presidente Sandro Bennucci, e dall’Azienda nel corso di una riunione, in teleconferenza, alla quale ha partecipato anche l’Associazione Lombarda dei Giornalisti in considerazione del fatto che i cinque colleghi dell’Ufficio Stampa che lavorano a Milano saranno interessati da un analogo accordo.
L’intesa prevede l’attivazione della Cigd Covid-19 a causa delle difficoltà incontrate dalla Giunti Editore, per la contrazione dell’attività dovuta alla pandemia, e riguarda, oltre all’Ufficio Stampa, anche altri settori dell’azienda. Per i colleghi sarà chiesta la cassa integrazione per nove settimane, a rotazione e con modalità verticale, nel caso fosse applicata in misura inferiore al 100 per cento, ma l’ammortizzatore sociale potrà essere rimodulato proporzionalmente nel caso di uscite a qualsiasi titolo.
Al fine di evitare l’impatto sociale che la fruizione della cassa integrazione in deroga potrebbe determinare per eventuali ritardi nei tempi di pagamento da parte dell’Inps e per la decurtazione della retribuzione dovuta all’applicazione del massimale, l’Assostampa Toscana ha concordato con l’azienda misure per favorire la continuità di reddito a tutti i lavoratori coinvolti nella sospensione o riduzione dell’orario. Giunti Editore si è, infatti, impegnata ad anticipare, nelle forme più opportune e concordate con il singolo giornalista, l’integrazione salariale prevista dalla Cigd “Covid-19”.
In particolare, l’azienda potrebbe anticipare la tredicesima mensilità o l’indennità redazionale (quattordicesima) o farsi garante dell’anticipazione bancaria assicurata dalla convenzione stipulata dalla Regione Toscana con l’Abi. La Giunti Editore si farà, infine, carico di tutte le spettanze, contribuzione previdenziale compresa, delle giornate non lavorate nel caso in cui la Regione o l’Inps dovessero rigettare, con qualsiasi motivazione, la richiesta di Cigd. (giornalistitalia.it)