MILANO – Sabato pomeriggio, Piazza Duomo di Milano, stracolma di gente come tutti i sabati, stavolta anche con il sole. Davanti all’enorme Mondadori Store ci sono centinaia di giovani animatori di blog che si sono radunati per la presentazione di libri dedicati al settore e la presenza di blogger di fama.
Nel chiasso e nel viavai di persone con le buste griffate, tra centinaia di turisti sorridenti per i selfie davanti al Duomo o al giardino di Palme realizzato di fronte, ci sono anche 150 giornalisti con le bandiere e lo striscione dell’Associazione Stampa Lombarda. Ai passanti giornaliste e giornalisti donano rose bianche. All’improvviso inizia un corteo nella Galleria e nella Piazza e in testa c’è la bara con le copertine di tutti i periodici della Mondadori chiusi, venduti o a rischio estinzione. Dietro, numerosi giornalisti che rischiano il posto di lavoro, i loro colleghi e le famiglie, via via gente comune e giovani che si spostano dal gruppo dei blogger e vengono al “funerale”. Tutto è concordato nelle forme e nei modi con le autorità civili, militari ed ecclesiastiche per non arrecare offesa ad alcuno ma soltanto destare l’attenzione su una “morte lenta” di periodici che fino a poco fa erano fiore all’occhiello e linfa per i bilanci della casa editrice che ora se ne sta disfando. I milanesi e i turisti si informano incuriositi, i manifesti listati a lutto e un volantino spiegano la situazione. Vengono recitate anche poesie riadattate alla crisi della casa editrice di Segrate.
Il Consiglio direttivo dell’Associazione Lombarda giornalisti si riunisce qui di sabato – quello di ieri, 23 febbraio – in Piazza Duomo in forma straordinaria e poi organizza per due ore lo speciale flash mob in difesa dei giornalisti, di tutti i lavoratori dell’informazione e della qualità dei prodotti editoriali.
Il presidente dell’Alg Paolo Perucchini con a fianco la Giunta ed il Consiglio appena eletti grida al megafono le ragioni della manifestazione. La Mondadori ha da poco venduto il settimanale Panorama con contratti drasticamente decurtati e allontanamenti forzati a La Verità. Ed ha appena raggiunto l’accordo per la cessione delle attività dei periodici in Francia a Reworld per 70 milioni più bonus futuri. Ma 300 tra giornalisti e dipendenti in genere d’Oltralpe, tra cui molti italiani, sanno che con la ristrutturazione rischiano il posto. Però traballa anche tutto il celebre palazzo sull’acqua di Oscar Niemeyer a Segrate e i giornalisti dei Comitati di redazione della Mondadori presentano la cruda realtà: “Dal 2008 a oggi si è passati da 512 giornalisti a 166, ovvero è rimasto in Mondadori meno di un terzo di colleghi. E di questi giornalisti usciti, ne abbiamo avuti 50 solo negli ultimi due anni. Un bollettino di guerra cui si aggiunge ora la richiesta da parte dell’Azienda dell’ennesimo stato di crisi che ha il tono di una decimazione: 35 esuberi su 149 giornalisti (esclusi TuStyle e Confidenze). Ossia: 1 su 4».
Nei giorni scorsi è scomparso l’imitatore Franco Rosi, nome d’arte di Emilio Eros De Rosa. Aveva 75 anni. Rosi, il cui nome di spettacolo era stato scelto da Cino Tortorella con il quale aveva iniziato la sua carriera di imitatore, era la voce del celebre Telegattone di Superclassifica Show, la trasmissione cult delle reti Fininvest negli anni Ottanta collegata a Tv Sorrisi & Canzoni. Ma, a spegnersi, piano piano, è anche la voce dell’informazione targata Mondadori, mentre resta viva quella dei giornalisti e dei loro colleghi. Rincuorata e rafforzata dall’abbraccio di Piazza Duomo. (giornalistitalia.it)
Flash mob promosso dall’Assostampa lombarda in difesa dei colleghi e del loro lavoro