TORINO – Il 22 dicembre avrebbe tagliato il traguardo dei cento anni. La decana dei giornalisti piemontesi, Vittoria Sincero, è morta nella casa di riposo di Chieri, dov’era ricoverata.
Iscritta nell’elenco professionisti dell’Ordine del Piemonte dal 8 febbraio 1949, la sua è stata una vita professionale intensa. Vittoria Sincero considerava la redazione come la sua seconda casa. Forse, addirittura, la prima.
Anche se aveva cominciato abbastanza per caso. Si era presentata alla portineria della “Gazzetta del Popolo” con un racconto che aveva lasciato all’attenzione del direttore.
Erano gli anni immediatamente dopo la fine della seconda guerra mondiale e il giornalismo assaporava i primi singulti di libertà.
Vittoria Sincero viene contattata dal segretario della redazione per una comunicazione importante: il suo scritto sarebbe stato pubblicato e ne avrebbero pubblicati altri, se ne aveva da proporre.
Fu assunta e – cosa straordinaria – assegnata ai servizi di cronaca. Allora, diventare giornalista per una donna non era così scontato. Fra “Gazzetta” e “Stampa” le firme femminili erano tre: due per la moda e una per le recensioni cinematografiche.
Vittoria Sincero ha cominciato a lavorare seguendo gli argomenti del sindacato che – pure – stava prendendo fiato alla conquista dei diritti dei lavoratori.
È stata notata alla Stampa che, per strapparla alla concorrenza, le ha offerto un aumento di stipendio cui era difficile dire di “no”. Ha continuato ad occuparsi di cronaca per la pagine del giornale del pomeriggio Stampa Sera fin quando Giovanni Giovannini, giornalista a 18 carati diventato amministratore delegato del giornale, accarezzò il progetto di arricchire il quotidiano con delle pagine di cronaca provinciale.
L’esperimento avrebbe dovuto cominciare a Novara, terra di frontiera, più lombarda che piemontese, che subiva l’influenza del “Corriere della Sera”. Rinforzare la presenza della Stampa significava rinforzare la presenza del quotidiano di Torino e tamponare la presenza milanese che stava diventando concorrenziale.
Dunque, una vera e propria scommessa, destinata ad essere l’apripista di una serie di edizioni provinciali che adesso coinvolgono tutto il Piemonte, la Liguria e la Valle D’Aosta.
Vittoria Sincero era una giornalista vecchio stampo con un fiuto per le notizie considerato impareggiabile.
La sua idea del quotidiano era per strada. Le informazioni andavano cercate consumando le scarpe. Aveva una capacità di relazionarsi con gli altri fuori dal comune e la straordinaria vocazione di pretendere sempre il massimo dai suoi ragazzi. Chiedeva sacrifici e tanti sforzi ma, quando occorreva, sapeva gratificare il lavoro svolto.
Per chi l’ha conosciuta, è stata una maestra che sapeva dare consigli giusti e utili e chi li riceveva sapeva farne buon uso per crescere a livello professionale.
Come nessun torinese, ha compreso Novara al punto da percorrerla dalla “bassa” fino alle montagne dell’Ossola e della Valsesia. Non a caso ha firmato un volume, “Dal riso al Rosa”, in cui ha raccontato ogni singolo paese, le bellezze naturali, la gastronomia, i personaggi e il mondo economico che girava intorno.
Iniziativa storica, quando “scoprì” il complesso del Sacro Monte di Orta, preda dei vandali e dell’abbandono. Dalle pagine della Stampa lanciò una sottoscrizione popolare per il restauro. Il progetto? “Adottate una statua”. In pochi mesi riuscì a raccogliere cento milioni di lire sufficienti per riportare splendore in un complesso fantastico. Motivo per cui la terra del lago l’ha “adottata” riconoscendole il titolo di cittadina d’onore. (giornalistitalia.it)
Giornalista dal 1949, a Novara avviò l’esperimento delle edizioni provinciali della Stampa