NEW YORK (Usa) – Newsweek fa uno scoop su se stesso e la rivista, un tempo una delle più prestigiose al mondo, piomba nel caos. Teste sono rotolate a partire dal direttore Bob Roe, il direttore esecutivo, Kenneth Li e la reporter Celeste Katz, che hanno perso il posto per un servizio investigativo sulla società editrice della testata, il Newsweek Media Group.
Vari altri giornalisti si sono dimessi in segno di protesta, ma non per questo altri colleghi hanno smesso di indagare. Martedì notte il sito online ha pubblicato i risultati dell’inchiesta denunciando al tempo stesso le pressioni a cui la redazione era stata sottoposta.
La materia era pesante e a metà gennaio aveva richiesto l’intervento della magistratura di New York che aveva sequestrato 18 computer dagli uffici di Newsweek a Manhattan.
Al centro dello scoop erano i legami tra Newsweek Media Group e la Olivet University, un’università cristiana conservatrice fondata da un controverso reverendo di origini coreane, David Jang.
I giornalisti di Newsweek avevano scoperto che nel 2016 la Olivet, mentre cercava di ottenere sgravi fiscali per aprire un campus nello stato di New York, aveva offerto a funzionari statali pubblicità gratis su Newsweek per un valore di 149 mila dollari.
“Erano giorni in cui la rivista era in crisi e tuttavia si è permessa di rinunciare a 150 mila dollari di pubblicità”, ha commentato su Twitter uno dei capi redattori, Jason Le Miere.
Johnatan Davis, co-fondatore del Newsweek Media Group, ha ammesso i legami con Olivet, dove sua moglie è presidente e di cui in passato è stato consigliere accademico: “Sono amici. Aiutare amici non è un reato”.
Alla fine era stato il Ceo del gruppo, Dev Pragad, a dare luce verde per la pubblicazione senza tagli. Prima però c’era stata, secondo Cnn e Daily Beast, una battaglia “all’ultimo sangue” tra redazione e executives.
Al di là delle rivelazioni, è stato quanto Newsweek ha scritto come premessa allo scoop che ha fatto scandalo: “Ci hanno passato al setaccio violando le regole dell’etica giornalistica. Hanno mostrato la storia ai suoi soggetti e chiesto di rivelare le nostre fonti. Noi abbiamo resistito ma i giornalisti e i loro superiori responsabili si sono sentiti in dovere di dimettersi”. (ansa)