Risolto il caso del corrispondente belga da Belgrado osteggiato dai servizi segreti

Serbia: permesso al giornalista Bertinchamps

Philippe Bertinchamps

Philippe Bertinchamps

BELGRADO (Serbia) – Il giornalista belga Philippe Bertinchamps ha ottenuto il rinnovo per un anno del permesso di soggiorno temporaneo per risiedere in Serbia. Lo ha detto lo stesso Bertinchamps all’emittente “N1”, precisando di essere stato chiamato ieri presso la stazione di polizia competente.
Poco prima delle dichiarazioni di Bertinchamps la stampa locale aveva diffuso la notizia, citando fonti riservate all’interno delle autorità competenti, secondo cui il giornalista non si era visto negare il permesso di soggiorno ma semplicemente la procedura era ancora in corso. Il giornalista belga Philippe Bertinchamps avrebbe, invece, visto rigettare la propria richiesta secondo quanto riferito dall’associazione “Reporters sans frontières” nel proprio sito prima che il giornalista fosse chiamato alla stazione di polizia.
Sempre secondo Reporters sans frontières, la richiesta di rinnovo del premesso di soggiorno era stata rigettata una prima volta ad aprile 2017 e una seconda volta lo scorso 8 gennaio senza alcuna spiegazione. Secondo quanto sentenziato da un tribunale serbo a novembre 2017, le autorità locali erano invece tenute a fornire spiegazioni a Bertinchamps per il loro rifiuto. (agenzia nova)
Il presidente serbo Aleksandar Vucic, messo sott’accusa a più riprese per la sua presunta politica autoritaria e poco rispettosa della libertà di stampa e dell’indipendenza dei media, è intervenuto in difesa dei giornalisti e della loro attività. “I giornalisti devono poter fare il loro lavoro e questo principio deve valere per il futuro”, ha detto Vucic aggiungendo che ministero dell’interno e servizi di intelligence non devono in alcun modo intervenire e immischiarsi a meno che non si confugurino dei reati.
Parlando con l’emittente privata Happy tv, Vucic si è riferito al caso del giornalista belga corrispondente da Belgrado Philippe Bertinchamps, al quale in un primo momento è stata rifiutata la proroga del visto di soggiorno lavorativo in Serbia, che ha poi ottenuto dopo le proteste delle associazioni giornalistiche e di Reporters sans frontières. Sembra che a bloccare la concessione del visto sarebbe stato un intervento dei servizi segreti serbi (Bia) che avrebbero parlato del reporter belga come di una possibile spia e di “minaccia alla sicurezza dello Stato”. Vucic ha detto in tv di aver parlato con il ministro dell’interno Nebojsa Stefanovic dicendogli che servizi di intelligence e il suo dicastero non devono intromettersi nell’attività dei giornalisti, per i quali – ha sottolineato il presidente – ha grande rispetto. (ansamed).

 

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