Proponendo in abbinamento al giornale “L’ombra sulle colline” che gli valse lo Strega

La Stampa omaggia Giovanni Arpino

Giovanni Arpino

Giovanni Arpino

TORINO – La Stampa, per ricordare una delle sue firme più prestigiose, quella di Giovanni Arpino, a trent’anni dalla morte, propone in allegato con il giornale un suo libro: “L’ombra sulle colline”. L’abbinamento “dura” fino al 7 gennaio, al prezzo di 7,90 euro.
Arpino, un raffinato studioso di letteratura moderna, era nato a Pola, allora ancora italiana, figlio di un ufficiale che prestava servizio in terra croata. Con la fine della guerra si era trasferito (prima) a Bra, nella provincia di Cuneo, città d’origine di sua madre e (poi) a Torino per laurearsi con una tesi sul poeta russo Sergej Alexsandrovic Esenim. Infine il suo esordio come editorialista di questioni culturali nel quotidiano “La Stampa”.
Le sue rubriche hanno meritato l’attenzione del pubblico e hanno rappresentato un valore aggiunto per le pagine del quotidiano. I lettori, oltre che dalla sua firma, lo hanno conosciuto nell’immagine fotografica dove lui guarda l’obiettivo con gli occhiali appesi sopra la fronte. Con le sue pubblicazioni ha vinto il premio Campiello, il super Campiello e, nel 1964, proprio con “L’ombra sulle colline” lo Strega. Un libro di non semplicissima lettura.
Libro ArpinoSi tratta di un viaggio anzi: due viaggi, per le campagne del Piemonte sud. Il primo itinerario è quella vero e contemporaneo di un giovane che, in arrivo da Roma, va curiosare in province abbastanza lontane e a lui sconosciute. Ma qui s’innesta un secondo percorso: quello dei ricordi, dei richiami classici, della fantasia e delle suggestioni storiche. Emergono antiche questioni e anche vecchi rancori costruiti negli anni della guerra e per nulla sopiti.
In questi ultimi passaggi echeggia qualche richiamo a Cesare Pavese con “La luna e i falò” e a Carlo Cassola con “La ragazza di Bube” che – entrambi – avevano ambientato i loro lavori proprio in questa terra del cuneese dove le colline, con profili dolci come le mammelle, addolciscono l’orizzonte e lo rendono incantevole. (giornalistitalia.it)

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