Il segretario generale aggiunto della Fnsi Carlo Parisi all’Assemblea nazionale

Casagit, prima di tutto i giornalisti

Il segretario generale aggiunto della Fnsi Carlo Parisi all’Assemblea della Casagit, presieduta da Daniele Cerrato (al tavolo)

Carlo Parisi, Gianfranco Summo, Grazia Maria Napoli, Gianfranco Giuliani, Daniele Cerrato e Francesco Matteoli

ROMA – “Le battaglie per la tutela della professione e la difesa del giornalismo professionale di qualità impongono il pugno di ferro con i pirati dell’editoria, per combattere lo sfruttamento e la concorrenza sleale, ma nel contempo richiedono il sostegno pubblico che va garantito a quanti assumono giornalisti con contratto di lavoro dipendente e, naturalmente, pagano regolarmente stipendi e contributi”.
Lo ha dichiarato il segretario generale aggiunto della Fnsi, Carlo Parisi, intervenendo alla 77ª Assemblea nazionale dei delegati Casagit che, riunita a Roma, ha approvato le linee programmatiche 2018-2021 dell’attività istituzionale e di gestione della Cassa, aggiornato il bilancio preventivo 2017, con un risultato positivo per oltre 3 milioni di euro, e nominato tre commissioni consultive.
Parisi ha, tra l‘altro, sottolineato “l’indifferibile necessità di garantire dignità e diritti ai numerosissimi giornalisti che lavorano nell’on line e negli uffici stampa pubblici e privati, ma sono spesso penalizzati o, addirittura, sconosciuti agli istituti di previdenza e di assistenza sanitaria della categoria. Due frontiere importanti – ha evidenziato il segretario generale aggiunto della Fnsi – che se adeguatamente sfruttate potranno giocare un ruolo determinante anche per la sopravvivenza degli stessi istituti di categoria garantendo quell’ampliamento della platea contributiva assolutamente necessario per il futuro di chi lavora ed il presente di chi è già in pensione”.
Quanto alla Casagit, nel ricordare che è stata costituita per volontà della Fnsi, Parisi ha sottolineato che è obbligo della Cassa “garantire la massima assistenza ai giornalisti veri, ovvero a quanti vivono di professione giornalistica e pagano i relativi contributi, quindi non possono vedersi ridotte le prestazioni con tagli che, a volte, vanificano la possibilità di avvalersi delle prestazioni (vedi l’Iva per gli interventi chirurgici). Ben venga, dunque, l’ampliamento della platea, ma con le dovute precauzioni – soprattutto per quanto riguarda l’apertura ad altre categorie professionali – senza perdere di vista il cuore degli assistiti che la reggono con i loro contributi, il loro lavoro, i loro sacrifici e le battaglie che, nel 1974, hanno portato alla sua nascita”. (giornalistitalia.it)

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